“Nella sorpresa complessiva, io ho dato ormai per sdoganato il fatto che la Procura di Pavia abbia, con così tanta insistenza, doverosamente dal suo punto di vista, ritenuto di affrontare una vicenda coperta da un, lo definirei, stragiudicato, formatosi con 8 anni di processi e sette tentativi finora andati a vuoto”. Sono parole dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, uno dei legali della famiglia Poggi, come emergono dal verbale di trascrizione dell’udienza del 16 maggio per il maxi incidente probatorio genetico, davanti alla gip Daniela Garlaschelli.
Si tratta di passaggi dell’udienza in cui c’è un confronto su come estendere l’elenco delle persone da sottoporre ai prelievi di Dna per le comparazioni, anche per esclusione, nella nuova inchiesta per l’omicidio di Chiara a carico di Andrea Sempio. Un confronto, a tratti anche acceso, tra pm e legali dei familiari della vittima, uccisa, stando ad una sentenza definitiva, da Alberto Stasi.
Il procuratore aggiunto di Pavia Stefano Civardi aveva esordito così: “Giudice, non è senza un certo stupore che abbiamo letto la memoria (dei legali della famiglia di Chiara, ndr), che sostanzialmente mira ad avere un incidente probatorio diverso rispetto a quello chiesto dal pubblico ministero, ed è non senza un certo stupore che leggiamo questo non nella difesa dell’imputato, ma nella difesa della persona offesa, che tradizionalmente sta in processo per dire qualcosa che serva per poi far valere le proprie ragioni nei confronti dell’Indagato”.
Il pm contestava la richiesta dei legali dei Poggi di non includere nelle comparazioni il Dna di Stasi, già condannato con sentenza definitiva. Mentre sempre l’avvocato Tizzoni ha fatto presente la necessità di un allargamento a tutti coloro, anche investigatori, soccorritori, medici, tecnici che “possono aver in qualche modo contaminato le dita” di Chiara, per non “inseguire”, poi, tra “una decina d’anni” anche “Ignoto 7, 8 o 9…”. E tra questi, però, pure Marco Panzarasa, l’amico di Stasi che usò a Londra il pc di quest’ultimo. Quel pc che, poi, Chiara utilizzò “per una decina di minuti la sera precedente della sua uccisione”.
In un intervento del pm, ad esempio, si ritrova anche un riferimento abbastanza esplicito, con tanto di ‘stoccata’, all’ipotesi che il Dna sulle unghie di Chiara, che la Procura con una consulenza attribuisce a Sempio, possa arrivare da un contatto mediato con la tastiera del pc della 26enne, usato da Marco Poggi e dagli amici, come Sempio appunto. Così Civardi: “Non diciamo ‘sotto’, perché sembra appunto che il Dna si raccolga anche accarezzando col dorso della mano la tastiera del computer …”. Lo stesso Civardi sostiene che i legali della famiglia Poggi vorrebbero “formare” una prova “mutilata”, mentre la Procura “dice ‘facciamo chiarezza una volta per tutte, non possiamo rimanere in questa incertezza, in questo dibattito perenne sul tema”.
A quel punto Francesco Compagna, altro legale dei familiari di Chiara, fa presente allora che bisogna “individuare tutti quei soggetti che potrebbero aver lasciato il Dna sulle unghie”. E Tizzoni: “c’è l’ampio rischio di ritrovarci, io magari spero di no, perché vorrei andarmene prima o poi in pensione, tra una decina d’anni ad inseguire l’Ignoto 7, 8 e 9 o il soggetto che mandato a giudizio dirà ‘ma io non ho potuto partecipare all’incidente probatorio che mi incastra’”. Lo stesso Tizzoni che aggiunge: “non mi sento di escludere” che “il Dna del famoso terzo soggetto”, ossia l’Ignoto 2 sulle dita di Chiara, “possa essere attribuibile al signor Panzarasa, proprio perché anche lui utilizzatore dello stesso computer”.
Nel verbale anche gli interventi della difesa di Stasi e del legale di Sempio, Massimo Lovati, che lo assiste assieme alla collega Angela Taccia. “Io sono il povero avvocato Lovati e difendo il povero Sempio…”, esordisce. Difesa che si premura del fatto che la comparazione venga fatta tra il Dna di Sempio e le analisi documentali del genetista Francesco De Stefano, l’esperto dell’appello bis su Stasi, e non con altre carte introdotte dalla difesa Stasi, ossia le consulenze di parte.