Si accende la protesta contro il progetto di maxi impianto fotovoltaico da realizzare su oltre 87 ettari di campagna tra i Comuni di Santo Stefano Ticino, Marcallo con Casone e Ossona. Dopo le prime indiscrezioni emerse nei giorni scorsi, l’intervista di Ticino Notizie al senatore Massimo Garavaglia e il vero e proprio boom di letture dei pezzi apparsi sul nostro giornale, è stato ufficialmente costituito il “Comitato NO impianto fotovoltaico Ranteghetta”, una realtà nata dal basso per informare e mobilitare la cittadinanza contro quella che viene definita «una vera e propria devastazione ambientale».
La miccia è scattata a seguito della comunicazione ufficiale da parte del Comune di Santo Stefano Ticino circa l’avvio del progetto, i cui dettagli sono consultabili anche sul sito del Ministero dell’Ambiente al seguente link:
👉 https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/11630/17617?pagina=1&fbclid=IwY2xjawKiYAdleHRuA2FlbQIxMABicmlkETBWZUJCWmZlaHdQMjR6TENFAR6YDNhv3rkHUDK9Zxox_t8zI8SEk3P9F8DoPEvFV4vXKJDYOo-oqlpf18BVHA_aem_a4xjHPedleWd4VhuWkUNaA
Secondo quanto riportato dal comitato e ripreso ieri dal nostro sito, il progetto prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici su quasi tutta l’area agricola rimasta tra i tre comuni, con il rischio di cancellare aree verdi, campi coltivati e zone boschive di pregio ambientale e paesaggistico.
«Non siamo contrari alle energie rinnovabili – spiegano dal comitato – ma diciamo no a progetti calati dall’alto, che sacrificano il territorio agricolo senza coinvolgimento reale delle comunità locali. Qui si parla di quasi 90 ettari di suolo vivo che verrebbero coperti da pannelli e cemento».
Per coordinare le azioni di protesta è stata attivata anche una pagina Facebook ufficiale:
🔗 Comitato NO impianto fotovoltaico Ranteghetta, dove saranno pubblicati aggiornamenti, documenti, riflessioni tecniche e iniziative pubbliche per sensibilizzare i cittadini e raccogliere adesioni anche al di fuori del territorio direttamente coinvolto.
Il comitato invita cittadini, agricoltori, ambientalisti e amministratori locali a informarsi, a condividere la pagina e a prendere posizione. L’obiettivo: fermare il progetto prima che sia troppo tardi, salvando un’area agricola che da sempre rappresenta un polmone verde e un’identità forte per l’intera zona del Magentino.
La protesta sale, mentre ovviamente Comuni ed Amministrazioni locali hanno intensificato, in queste ore, le interlocuzioni. Il tema è destinato tenere banco e a crescere di intensità nei prossimi giorni e settimane.