Le indagini (vane) su Andrea Sempio durano dal 2016 e dopo nove anni – e due archiviazioni – la Procura di Pavia prova a mettere in fila tutti gli elementi d’accusa nel tentativo di chiedere il rinvio a giudizio per l’omicidio di Garlasco che vede condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’allora fidanzato Alberto Stasi.
L’elemento più forte è il Dna sulle unghie della vittima che sarà comparato, nell’incidente probatorio in corso, con quello di Sempio; poi c’è l’impronta sulla parete della scala dove viene trovata senza vita Chiara Poggi (impronta non databile e non insanguinata). Contro il nuovo indagato oltre la prova scientifica, c’è anche – ed è questo l’ulteriore tentativo investigativo – l’analisi tecnica sulle celle telefoniche dell’intera famiglia Sempio. Tabulati telefonici quasi di un’altra era quando si mandavano ancora sms e il telefono 3G serviva per parlare. Se il cellulare del padre di Sempio non fornisce indicazioni utili del 13 agosto 2007 e dunque bisogna attenersi alle sue dichiarazioni (che coincidono con quelle del figlio allora diciannovenne), le parole della madre Daniela Ferrari sono state confrontate con i dati delle utenze.
“lo verso le 8.15 sono uscita per andare a fare delle commissioni, sono andata in un paese vicino per far fare il telecomando del cancello, ho fatto la spesa in un supermercato di Gambolò e sono tornata a casa verso le 10. Mi sono mossa con l’unica macchina che avevamo all’epoca in famiglia” dice a verbale la madre. Al ritorno l’auto la prenderà Sempio per andare in libreria (chiusa) a Vigevano, ma a questo gli inquirenti sembrano non credere, così come a quel tagliando del parcheggio. I dati sui tabulati telefonici – agli atti dell’indagine e visionati dall’Adnkronos – si concentrano tra la sera prima del delitto e la mattina del 13 agosto 2007.