Il Festival dei Mezaràt, alla sua seconda edizione, è un omaggio a Dario Fo e Franca Rame, due figure emblematiche del teatro italiano, profondamente legate al territorio del Lago Maggiore, in particolare, di Luino e Sangiano. Il titolo del festival richiama il “Paese dei Mezaràt”, come Fo stesso chiamava Porto Valtravaglia, sottolineando l’importanza delle radici culturali e locali nell’opera dell’autore.
“Johan Padan a la descoverta delle Americhe – spiega Pirovano – rappresenta “l’altra storia” della scoperta del Nuovo Mondo: non quella dei conquistatori, ma quella dei marinai, degli ultimi della ciurma, dei ‘nullagonisti’ che, provenienti da ogni angolo d’Europa, si ritrovarono a diventare parte del popolo dei conquistati. Dario Fo scrisse questo racconto nel 1992, a cinquecento anni dall’impresa di Colombo, ispirandosi a cronache dirette e poco note — da Guerrero a Nunez Cabeza de Vaca, da Altavilla a Hans Staden — offrendo una prospettiva nuova, irriverente e potentemente umana”.
Un testo nato con la consueta irriverenza di Fo, che proprio nel 1991 si rese protagonista – involontario – di una clamorosa gaffe in Spagna: “episodio – sottolinea Pirovano – dove io fui diretto testimone. Durante una conferenza stampa a Siviglia, per la presentazione di Mistero Buffo, Il responsabile Culturale del Festival, gli propose di tornare l’anno dopo con ‘Isabella, tre caravelle e un cacciaballe’. Ignorando il contenuto della commedia; Una satira tagliente proprio contro la regina Isabella, la quale veniva celebrata in quei giorni, da una campagna per la sua beatificazione. Dopo aver accennato alla trama, e notato il gelo calato in sala, Fo con prontezza virò su una storia più “neutra”, ambientata proprio a Siviglia, e tutti tirarono un sospiro di sollievo”.
“Portare in scena i testi di Fo e Rame proprio in uno dei posti che ha visto crescere Dario – conclude Pirovano – è anche una sfida ed al tempo stesso, un’esperienza gratificante. La loro satira pungente e la loro capacità di rappresentare la realtà con ironia e sarcasmo sono strumenti potenti per coinvolgere il pubblico e stimolarne la riflessione.”
Protagonista dello spettacolo è Johan Padan, un montanaro costretto a imbarcarsi per sfuggire all’Inquisizione veneta. Dopo essere approdato in Florida, Johan viene catturato dagli Indios, ma con astuzia e cuore si salva, diventa sciamano, “figlio del sole e della luna”, e insegna le storie dei Vangeli per proteggere i nativi dalla violenza dei conquistadores.
La narrazione di Pirovano si sviluppa come un film in rapido montaggio: tra uragani, battaglie, naufragi di maiali, cavalli “domati alla bergamasca”, la scoperta dell’amaca, e un’esplosione di suoni, colori, e personaggi che prendono vita sul palco attraverso la sola forza della parola.
Ma non è una storia di perdenti: è il canto epico di un popolo che resiste, di culture che si incontrano e si reinventano, raccontato con ironia e leggerezza, senza mai perdere di vista la forza e la verità della Storia.
Il Festival è ideato e curato da Serena Nardi e vede anche il coinvolgimento dei Comuni di Sangiano, Luino, Leggiuno e della Provincia di Varese.
· Domenica 11 maggio (sera)
Teatro Sociale di Luino “Teatro Dario Fo e Franca Rame” – ore 21.00
Spettacolo di Mario Pirovano: “Joan Padan e la descoverta de le Americhe” di Dario Fo
Una delle opere più iconiche di Dario Fo, interpretata da uno dei suoi storici collaboratori.