L’oste Mario Cattaneo assolto: le motivazioni della sentenza

'Il fatto non costituisce reato'

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L’oste di Casaletto Lodigiano Mario Cattaneo non ha sparato accidentalmente ma ha premuto “volontariamente” il grilletto del fucile, “carico” e “senza sicura”, mentre si trovava “quanto meno in piedi” e uccidendo il ladro che si trovava a “breve distanza” e di spalle.

La Corte d’Appello di Milano nelle motivazioni con cui ha confermato l’assoluzione di Mario Cattaneo, il ristoratore di 73 anni finito imputato per eccesso colposo di legittima difesa e scagionato grazie alla nuova legge voluta da Matteo Salvini, ricostruisce in modo diverso rispetto al Tribunale la dinamica di quanto avvenuto la notte del 10 marzo 2017.

I giudici, infatti, hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato” e non come ha fatto il Tribunale di Lodi, nel gennaio 2020, “perché il fatto non sussiste”. E questo perché, dopo una rinnovazione istruttoria che ha comportato una perizia balistica e il riesame di alcuni testimoni, sono arrivati a “una verità del tutto diversa da quella raggiunta” in primo grado: hanno ritenuto le dichiarazioni rese dal figlio e dalla moglie dell’oste, poste alla base della sentenza precedente, “totalmente inattendibili e inutili” tant’è che hanno trasmesso gli atti ai pm per valutare se ci siano gli estremi per aprire un fascicolo a carico dei due per falsa testimonianza.

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