L’equipe guidata dal professor Giulio Carcano, infatti, in stretta collaborazione con l’equipe pavese del dr. Massimo Abelli, ha eseguito un trapianto di rene sfruttando un organo per molti considerato non trapiantabile.
Nel dettaglio, si tratta di un rene ‘a ferro di cavallo’, una variante anatomica rara che, in termini funzionali, e’ del tutto identica a un rene normale. Dal punto di vista anatomico, pero’, i due reni, destro e sinistro, sono uniti a livello del polo inferiore, presentandosi di fatto come un unico organo.
“Ricorrere a reni cosi’ detti marginali non e’ assolutamente da considerarsi un atto imprudente – spiega Carcano – poiche’ molti organi che inizialmente venivano considerati marginali attualmente sono annoverabili nello standard e i risultati per i pazienti sono eccellenti.
Nel caso specifico, poi, il rene a ferro di cavallo non e’ propriamente un organo marginale, piuttosto e’ una variante anatomica rara che impone ai chirurghi chiamati a prelevarlo e poi a trapiantarlo delle difficolta’ particolari, soprattutto nella gestione dei vasi e degli ureteri, che sono di fatto doppi e in posizioni molto peculiari. Ma il paziente che lo riceve, beneficiera’ di un rene perfettamente funzionante”.

















