Una vita letteralmente spesa prer gli altri, attraverso la generosa partecipazione a molte associazioni magentine, a partire dall’Avis. Tiziana Stoppa si è spenta settimana scorsa dopo lunga malattia, a 86 anni. Le esequie si sono celebrate martedì nella basilica di san Martino. Ha avuto il dono di una vita piena, intensa, ricca di incontri e di amicizie. A fianco del marito Vincenzo, instancabile cerimoniere e sommelier della Pro Loco di Magenta (assieme al fratello Dario, i Tonetti hanno introdotto la sommelierie molto prima delle mode), grandissimo appassionao di viaggi. Tiziana e Vincenzo hanno avuto un figlio, Filippo, che con Laura hanno generato il nipote Edoardo. Vite come quelle di Tiziana Stoppa sono vite vissute sino in fondo, che lasciano un segno. Come ben esplicitato nell’elogio funebre del marito Vincenzo, a cui tutti noi di Ticino Notizie rivolgiamo le più sentite condoglianze.
ELOGIO FUNEBRE
Quasi tutte le persone, quando mancano, vengono spesso beatificate rendendo loro meriti che in vita non hanno mai avuto.
Nel caso di Tiziana è vero invece che lodi e meriti non sono mai troppi per ciò che ha fatto durante la sua esistenza.
La sua instancabilità, generosità, naturale empatia, il mettere sempre i bisogni altrui rispetto ai suoi, il donarsi all’associazionismo, al CAI, all’AVIS, all’ADMO, all’AIDO, al MASCI, al cascinello, dove ha sempre ricoperto ruoli trainanti e di responsabilità, la volontà ferrea nel perseguire i suoi sogni e ideali, la correttezza, la tenacia, il BON-TON sempre presente, imparato in 16 anni di collegio dalle Canossiane, la classe che dimostrava in ogni frangente, il sopportarmi, non tanto pazientemente, per 106 anni (53 di matrimonio e 53 di lavoro assieme), la grandissima abilità di cuoca.
E qui apro una bellissima parentesi: Durante una delle consuete vacanze in Val di Non, abbiamo avuto a cena, tra gli altri il capo del cerimoniale del Quirinale, che, mangiato l’oca arrosto e i bruscitt è rimasto talmente entusiasta della bontà, che tornato a Roma, ha riferito al Presidente Sandro Pertini, al quale è venuta l’acquolina in bocca e ha detto di portarci al Quirinale per cucinarglieli.
Dopo 4 invoglianti telefonate, ha dovuto arrendersi di fronte al rifiuto di Tiziana di andarci, ritenendosi lei timidamente non all’altezza della situazione. Peccato!!
Di contro non si poteva darle il la con un qualsiasi tipo di discorso.
Era capace di parlare ininterrottamente per 24 ore o più di fila senza lasciare il pallino a chicchessia e senza mai sbagliare un congiuntivo o un condizionale.
Non abbiamo mai saputo cosa fosse la noia, tra di noi erano continue schermaglie, tipo Sandra e Raimondo, con intermezzi cabarettistici e ironici che si risolvevano alla sera col bacio della buona notte.
Mi ha ordinato di non chiudere la “CASA DEL PELLEGRINO” come amava definire la sua casa, ma di imparare a cucinare per poter accogliere coloro che hanno bisogno di un momento di pausa, rifocillandoli, aiutandoli a riflettere sul da farsi e possibilmente renderli felici.
Mi ha anche detto che ha perdonato da subito l’individuo, che, 5 anni fa, rapinandola e facendola cadere, le ha segnato negativamente l’esistenza e l’ha portata tra molteplici sofferenze a fine vita.
La sua felicità è giunta al culmine con l’arrivo dell’amato nipote Edoardo, che, incarna tutti i suoi ideali essendo bravo, buono, educato, altruista, rammaricandosi di non averlo avuto più vicino per potergli insegnare tante cose.
Ci siamo sempre donati la libertà di fare ciò che ci gradiva nel reciproco rispetto.
Tiziana, ti ho amato sempre, da quando ti ho conosciuta, alla fine dei tuoi giorni e ti lascio con un grosso bacio!
Ciao dal tuo Vincenzo