E’ stato presentato lunedì 16 ottobre presso l’Istituto di via san Biagio. Un’opportunità interessante che prospetta future possibilità di impiego.
E non si tratta del classico cameriere o barista, ma “di una nuova figura professionale, già esperita altrove, in linea con la tendenza del mercato”, ha puntualizzato Elisabetta Valsecchi, Direttore generale della Fondazione.
“Ci collocheremo, infatti, in un settore in continua crescita che richiede innovazione e creatività”, ha proseguito la stessa, anticipando inoltre la futura intenzione “di una reciproca contaminazione fra i corsi presenti in sede, a partire già dal secondo anno, al fine di raggiungere l’obiettivo dell’avvio di una scuola impresa nel settore del catering”.
Insomma, si guarda avanti per ampliare l’orizzonte lavorativo dei giovani del territorio e, nel medesimo tempo, si pensa all’oggi, cioè alla necessità di fornir loro ogni sorta di competenza necessaria, come declinato nel depliant illustrativo della recente proposta, per “servire in sala e al bar, collaborare nei ristoranti con il maitre e preparare gli ambienti, partecipare nei bar alla gestione e all’organizzazione dell’attività, saper orientare il cliente nelle scelte di menu e bevande, conoscere l’abbinamento dei vini ai piatti, imparare a preparare e servire cocktail e ogni tipo di bevanda, effettuare il servizio in pranzi e banchetti, predisporre semplici menu da bar”. Ma non solo questo.
“Miriamo a una formazione a tutto tondo della persona”, ha affermato Angelo Maraschiello, autore dell’articolata ricerca che sta a monte della scelta del nuovo percorso professionale. Si sono valutati dati economici e demografici, analizzati bisogni e potenziale di questo territorio, ascoltati imprenditori per giungere “a una proposta che è coerente con l’offerta: non andiamo a preparare possibili disoccupati”, ha aggiunto l’esperto di sistemi formativi, completando il proprio intervento con la sottolineature delle competenze imprescindibili per una formazione qualificata e qualificante.
“Il ragazzo dovrà essere imprenditore di se stesso, capace di lavorare in team e di gestire le relazioni, curioso e aperto alle novità, pronto a risolvere i problemi e a viverli come stimolo al miglioramento”.
Presenti all’incontro genitori, amministratori locali, tra cui i sindaci Luca Del Gobbo e Marina Roma, esponenti del mondo del commercio.
A fare gli onori di casa è stata Madre Anna, presidente della Fondazione Enac e superiora dell’Istituto Canossiano, insieme a Laura Pizzotii, responsabile di sede e formatrice. La mattinata si è conclusa con un superbo aperitivo allestito dagli allievi panificatori e pasticceri, cui Betti Cislaghi ha offerto il proprio accurato contributo.