“Ma quanto è bello il Festival del Film e lo spirito che vi aleggia?
Non ho, almeno per ora, nessuna esperienza degli altri festival, ma non penso che tutti trasmettano lo stesso calore umano, spirito di amicizia e condivisione, amore per il cinema ma anche per la gente, tutta la gente, non certo solo l’attore famoso, che si respira a Locarno nei giorni della kermesse.
Non è scontato e non è evidente”.
LOCARNO CH – Il Pardo è fondato su una profonda e rispettosa collaborazione improntata alla fiducia, tra tutti i membri dello staff, che poi crea un legame con tutta la Città, sino all’operatore ecologico.
Il festival ticinese, arrivato alla 76a edizione, è internazionale ma anche un po’ di nicchia.
Ma è qui che emerge il vero amore per il cinema: qui si trova il vero regista che attraverso i propri occhi ed il proprio linguaggio, racconta storie di vita.
Niente “piatti facili”, qui.
Ma desiderio di comprendere ed immedesimarsi.
Come ha detto, animato da grande passione il Presidente Marco Solari, che sul palco di ieri sera ha salutato la propria piazza, una “piazza” che ha presieduto come un condottiero per oltre un ventennio, il cinema degli ideali è quello che ha il compito di dare voce e visibilità anche ai perseguitati di regimi; tra questi molti artisti, attori, registi, torturati allo scopo di sopprimerne l’anima libera.
Il Presidente, che, a richiesta unanime di tutto lo staff, ha ricevuto un “pardino” come ringraziamento per tutto il lavoro e la dedizione verso il Festival, ed è stato nominato “Presidente onorario a vita”; ha infine chiamato sul palco per ringraziarla, la moglie, ossia colei che gli è stata sempre vicina nonostante momenti difficili, nei quali lui era completamente assorbito dal suo lavoro.
Si è tinto così anche di tanto amore questa bellissima edizione storica, nella quale abbiamo visto scorrere sullo schermo tanti scorci di filmati d’archivio, sulle dichiarazioni di Solari in tutti questi anni, che ci hanno permesso di verificare come lui sia stato di parola, nel concretizzare il suo progetto iniziale.
Vi sono stati in collegamento anche i ringraziamenti del Presidente della Confederazione Alain Berset, anche lui prossimo a lasciare la politica, chiudendo indubbiamente un’epoca fondamentale per la cultura.
Aggiungo che Solari aveva specificato come Berset è stato colui al quale gli svizzeri si sono affidati con piena fiducia, in tempo di pandemia, per essere per una volta davvero “governati” e non solo “amministrati”.
Tra i due vige quindi un patto di stima e fiducia reciproche.
“Cinema libero in un festival libero”, è ciò che Marco Solari si augura anche per il futuro e sinceramente, anch’io e penso la quasi totalità degli estimatori.
“Volevamo anche le rose”, era il titolo di un film che una regista italiana portò al Festival nel 2007.
Locarno si è molto dedicata in questi anni sia alla questione femminile, come a quella delle diversità (forse ormai oggi è tempo di definirle complementarità), e di tutti gli oppressi e del bisogno urgente di uguaglianza che poi è l’unica via per l’educazione alla pace in una comunità e tra nazioni.
Ed il cinema è sogno, ispirazione e deve portare ciò nella vita quotidiana di ognuno, a volte spigolosa e difficile, ma che non per questo deve dimenticare le più grandi aspirazioni umane.
Locarno fa anche questo: ci racconta la vita vera ma ci regala anche il sogno.
E di sogno se ne è visto molto, anche onirico come inconscio; trame delle quali da fil rouge ha fatto spesso quel fuoco simbolico e quasi rituale, che un po’ cenerizza ed un po’ purifica, forse per dare avvio ad una nuova vita; così come il suo contrario, quell’acqua dove immergersi, che poi è la parte più profonda di noi.
INTERVISTA AUDIO AL REGISTA SIMONE BOZZELLI, DEL FILM “PATAGONIA”:
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A cura di Monica Mazzei