Birra: consumi in calo nel 2023, -6,6% in primi otto mesi
MILANO – “Con un mercato birrario italiano gia’ in forte contrazione, tornare ad aumentare le tasse sarebbe incoerente e controproducente per tutta la filiera brassicola, a partire dall’agricoltura, passando per produzione, logistica, grande distribuzione e ristorazione, per arrivare infine ai consumatori.
E’ quindi importante che il Governo prosegua nel cammino intrapreso fermando gli aumenti previsti e proseguendo il percorso di riduzione, limitando cosi’ anche ripercussioni sui costi e prezzi nella filiera che porterebbero ulteriori riduzioni di volumi” afferma Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra. “II settore birrario, che ha investito in innovazione oltre 250 milioni negli ultimi quattro anni, sta inoltre perdendo la propria competitivita’ rispetto all’estero, dove diversi Paesi pagano accise anche quattro volte inferiori alle nostre, come nel caso della Germania. Uno stimolo fiscale avrebbe il merito di rendere piu’ competitivi gli operatori italiani sui mercati internazionali, dove la birra si sta affermando come un altro pregiato prodotto del Made in Italy.
Per garantire competitivita’ e occupazione chiediamo al Governo di utilizzare la leva fiscale inserendo nella prossima Legge di Bilancio un calendario di riduzioni delle accise per il prossimo triennio – finalmente strutturale – per ridare slancio a un comparto fiore all’occhiello dell’economia italiana”, conclude Pratolongo.
A frenare l’andamento della birra nel nostro Paese e a compromettere cosi’ lo stato di salute di una filiera che occupa oltre 118 mila operatori – afferma una nota di Assobirra – e’ la congiuntura sfavorevole di mercato caratterizzata da un aumento generalizzato dei prezzi che riducono il potere di acquisto e quindi i volumi di vendita, a cui si sommano le difficolta’ dei produttori a causa del consolidamento degli aumenti dei costi di produzione ormai strutturali rispetto al passato. Il vetro, tra le materie prime maggiormente utilizzate e chiave per il settore birrario, ha visto aumentare il costo di approvvigionamento piu’ volte nel 2022 (circa +40%) e nuovamente ad inizio 2023 (circa +20%) a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia e del costo triplicato del rottame di vetro necessario per la produzione delle bottiglie. Rincari anche per il malto d’orzo (+44%), del mais (+39%) e dell’alluminio (+20%). Per AssoBirra si prospetta un 2023 in Italia con il segno negativo. L’Associazione che rappresenta il 92% della birra prodotta e venduta in Italia – chiede al governo una riduzione limitata ma strutturale delle accise che gravano sulla birra, l’unica bevanda da pasto che in Italia ne e’ soggetta. (AGI)Gla (Segue) 021050 OCT 23