In difesa dello spot Esselunga: Vincenzo Sofo e Stefano Olivari

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Dopo il fiume di parole sullo spot Esselunga (la pesca..) pubbichiamo due interventi: quello dell’eurodeputato di FDI Vincenzo Sofo e del direttore di www.indiscreto.info, Stefano Olivari

Davvero siamo arrivati al punto che una pubblicità come quella di #Esselunga diventa oggetto di polemica, addirittura ACCUSANDOLA DI FASCISMO?

Una pubblicità che racconta una semplice, banale, innocente realtà: nella stragrande maggioranza dei casi i figli soffrono per le separazioni dei loro genitori e sperano che tornino insieme. Anche se le separazioni sono avvenute in buoni termini, se i genitori hanno mantenuto buoni rapporti e i figli non hanno vissuto la cosa in modo traumatico e hanno ottimi rapporti con i nuovi compagni dei genitori. Ma spesso anche se è avvenuto il contrario.

Perché la verità è che la separazione, anche quando comprensibile o magari inevitabile, ha in ogni caso delle conseguenze sulla famiglia. E lo ripeto, anche quando tutto si svolge perfettamente: basti pensare banalmente al fatto che i figli siano costretti a fare avanti e indietro tra casa di mamma e casa di papà o in alternativa a rinunciare a vivere con uno dei due, in ogni caso a rinunciare a vivere quotidianamente con entrambi.

I media e gli influencer “progressisti” che in queste ore stanno attaccando la pubblicità di Esselunga, in alcuni casi addirittura additandola di FASCISMO, stanno dunque palesando (e alcuni lo stanno rivendicando apertamente) l’obiettivo della loro agenda ideologica: negare, censurare e manipolare il funzionamento REALE della società per IMPORRE un modo artificiale di vivere: nel modo di vestirsi, nel modo di accoppiarsi, nel modo di costruire le nostre relazioni, nel modo di gestire le nostre priorità e i nostri valori.

I progressisti la realtà non la sopportano.

L’isteria con la quale stanno attaccando un’innocente pubblicità come questa ne è la dimostrazione.

On. Vincenzo Sofo

Nel mondo di chi non ha niente da fare, pericolosamente vicino al nostro (come ideologia, perché poi nella realtà il tempo è sparito), si sta parlando molto dello spot dell’Esselunga intonato ‘La pesca’, in cui una bambina, figlia di genitori separati o divorziati, regala al padre una pesca comprata all’Esselunga dicendogli che è stata un’idea della madre (cosa che non è vera, o comunque nello spot non si capisce). L’idea della bambina è quella di favorire un riavvicinamento fra i genitori, o almeno sognarlo, visto il modo in cui dal finestrino della macchina guarda gli altri bambini apparentemente con due genitori ancora insieme. Così, a pelle, ci sembra che la madre separata sia una cagacazzo che della Bundesliga non permette di vedere nemmeno gli highlights (ed il sabato alle 15.30 pretende l’Esselunga, altro che l’Union Berlino) ed il padre un cretino, forse con un lavoro creativo che gli consente di fare il genio incompreso, che ci ha provato con la stagista regalandole il suo romanzo nel cassetto.

In sostanza nello spot si suggerisce che un bambino preferisca avere genitori che vivano entrambi con lui piuttosto che genitori divisi. Una cosa così ovvia da non meritare nemmeno un commento, eppure in tanti ci hanno visto un attacco al divorzio o addirittura alla libertà degli adulti decidere il proprio futuro. Qualcosa di simile aveva generato lo spot dell’Ikea in cui si vedeva un bambino figlio di separati che lascia la sua cameretta nella casa della madre e va nella casa del padre per il tempo in cui il padre lo deve tenere, trovando la stessa identica cameretta, ovviamente Ikea con tanto di prezzo. Ma qui l’ideologia è più indecifrabile, anche se il bambino non sembra contento di andare di qua e di là.

Il nostro spirito divisivo non arriva al punto di proporre un di qua o di là, perché non sapremmo cosa proporre ‘Di là’. La separazione dei nostri genitori (nostri, ma anche di altri) è qualcosa che subiamo, visto che la decisione è loro, che spieghiamo o ci viene spiegata, che al limite anche accettiamo perché la vita deve andare avanti e dalla convivenza di due persone che non vanno d’accordo possono nascere solo guai. E nel 2023 ovvio che se il matrimonio (o equivalente) non funziona bisogna separarsi, ma la separazione agli occhi dei figli non è comunque una cosa positiva e non si capisce quindi perché dovrebbe essere un modello.

La cosa divertente in tutto questo è che chi all’Esselunga intesa come azienda ha approvato questo spot non lo ha ben capito e quindi presumibilmente si inventerà qualcosa di riparatore, con un figlio felicissimo di una coppia separata che regala quattro diverse Fidaty Card a genitore 1 (trans, nero) e genitore 2 (non binario, disabile) e ai loro nuovi compagni. Scherziamo ma non troppo, vista l’abiura che dovette fare la Barilla, e non si trattava nemmeno di uno spot ma di parole di Guido Barilla sulla famiglia tradizionale come modello per gli spot, che poi l’ha portata ad inventarsi un ‘addetto alla diversità’ e ad assumere imprecisati consulenti LGBTQ. Poi il giornalista collettivo si chiede come mai un libro sgrammaticato e pieno di luoghi comuni possa essere in testa alle classifiche.

Stefano Olivari, www.indiscreto.info

https://www.youtube.com/watch?v=eoEEIQuLJWI&t=1s

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