MILANO “Sono risultati senza precedenti nel tumore metastatico del seno Her2-positivo” quelli ottenuti in seconda linea con l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato trastuzumab-deruxtecan. “Sicuramente i dati che presenteremo nei prossimi mesi ci spingeranno a chiederne l’uso in fasi più precoci di malattia”, in forme “con bassa espressione di Her2 o Her2 mutato”, mentre continua lo sviluppo anche per l’indicazione “in tumori solidi”.
Così Giuseppe Curigliano, professore ordinario di Oncologia medica all’Università Statale di Milano e direttore Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, intervenendo oggi nel capoluogo lombardo a una conferenza stampa sulla recente approvazione al rimborso per l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca e sulle nuove prospettive di trattamento del tumore del seno metastatico. “Il trattamento che adesso usiamo in prima linea – sottolinea l’oncologo – funziona 18 mesi circa, ma trastuzumab-deruxtecan in seconda linea funziona 28 mesi, più dello standard impiegato in prima linea.
In seconda linea dà una risposta vicino al 90%, tra parziali e complete. Questo non è dimostrato solo in metastasi addominali, ma anche cerebrali. Il farmaco, inoltre – aggiunge Curigliano – è in grado di ritardare il tempo al deterioramento della qualità della vita correlata alla salute e di ritardare il tempo alla prima ospedalizzazione rispetto alla terapia standard. Insieme alla migliore efficacia e alla tossicità gestibile, questi risultati supportano il beneficio complessivo. Veramente strepitoso”. Ma il rimborso di trastuzumab-deruxtecan in pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-Her2, per lo specialista Ieo “è solo il primo step”.