MAGENTA – E’ l’unica triatleta del Team Chiodini di Magenta. Disciplina che ha cominciato a praticare soltanto un paio di anni fa, ma Chiara Merlini si sta imponendo nel panorama internazionale come una delle più forti. Proviene dal nuoto che pratica da quando aveva 4 anni e ha sempre corso abbastanza bene. Ma con il ciclismo non ci sapeva proprio fare. Anzi, sulla bicicletta faceva proprio fatica a salirci. Finché ha conosciuto, quasi per caso, Luigino Chiodini di Magenta che ha cominciato a seguirla.
“Mi ha insegnato a stare in bicicletta e così sono partita con le gare – ha commentato Chiara – Ho cominciato con un triathlon olimpico e poi, per una scommessa fatta con papà, sono passata al full di Cervia completando 3,9 km di nuoto, 180 di bicicletta e la maratona con un bel 42,195 finale”. Non proprio per tutti, potremmo dire. Ma Chiara è una che non lascia niente al caso. Si allena quasi tutti i giorni sotto la guida di Cristiano Caporali, il suo allenatore. E così sono arrivato i risultati. Prima in un triathlon in Thailandia, seconda di categoria in Oman a febbraio.
Risultato, quest’ultimo, che le vale la qualificazione ai prossimi mondiali in Finlandia ad agosto. “Mi alleno con rigore, ma anche con spensieratezza – continua – la bicicletta nemmeno sapevo cosa fosse, al punto che quasi dovevo scendere quando le salite cominciavano a farsi difficili. Adesso sono migliorata tantissimo”. I prossimi appuntamenti saranno Jesolo, Amburgo con il full per il 4 giugno e il 26 agosto in Finlandia con un medio per i campionati mondiali. E poi chissà. Magari il più bel triathlon del mondo, quello alle isole Hawaii. Solo per dare un’idea della preparazione raggiunta da Chiara basti dire che la maratona, nel full, l’ha conclusa in tre ore e 45 minuti. Un tempo ottimo, anche per chi corre soltanto la maratona.
Figuriamoci se questa arriva dopo avere nuotato per quasi 4 chilometri e pedalato per 180. E poi ci sono gli aspetti divertenti, ma che ti fanno perdere un sacco di tempo in gara. “Al triathlon in Oman mi è scesa per due volte la catena – conclude – e poi al cambio non trovavo più la bicicletta. Ci sono dei video divertenti che lo mostrano”.