MILANO – Quasi 4.500 persone senza fissa dimora a Milano sono transitate dall’hotspot di accoglienza in stazione Centrale nel 2022, in aumento rispetto al 2021. E sono mille quelle accolte di notte nelle strutture comunali, a cui quest’inverno se ne sono aggiunte 800, mentre un esodo dall’area metropolitana verso la citta’ che obbliga a riflettere su una revisione dei servizi. E’ il quadro della situazione dei senza fissa dimora a Milano tracciato dal sindaco Giuseppe Sala, che nel suo podcast “Buongiorno Milano” illustra il lavoro dell’amministrazione e lancia un appello ai milanesi: aiutate a segnalare persone in stato di bisogno con cui iniziare un’opera di avvicinamento e persuasione, dato che “non si puo’ costringere nessuno ad accettare un posto letto”.
“A seguito della pandemia molte citta’ sono accomunate dal rischio dell’aumento della forbice delle diseguaglianze – spiega Sala – Non si parla solo di grandi centri urbani italiani ma anche e soprattutto delle metropoli europee e americane. Dove ci sono finanza, economie floride e turisti, c’e’ purtroppo anche l’estrema poverta’. La presenza di tanti senza dimora nelle vie del centro ma anche in quartieri che centrali non sono ne e’ la dimostrazione”
“Si tratta – prosegue – di una popolazione di cui e’ difficile scattare una fotografia precisa anche perche’ alle situazioni ormai cronicizzate si affiancano quelle degenerate piu’ di recente”. Tuttavia “per avere una idea della dimensione del fenomeno basta considerare che a Milano nel 2022 sono stati 4466 gli homeless che si sono rivolti al centro Sammartini, punto di accesso comunale per i senza dimora: 4466 persone, in aumento consistente rispetto al 2021, che hanno richiesto una sistemazione per la notte, vestiti, un aiuto economico, un supporto per i documenti, l’accesso ai servizi diurni o alle docce pubbliche”. “Certo – riflette – uno sportello non puo’ essere l’univo strumento per intercettare un bisogno che per antonomasia rischia di rimanere inespresso. Per questo da molti anni il comune, insieme a decine di associazioni, ha costituito un presidio di unita’ mobili che presidiano le strade di giorno e di notte per intercettare la richiesta di aiuto e superare il muro della diffidenza. Lo fanno partendo dalla risposta a un bisogno materiale, offrendo cibo, beni di prima necessita’ e da questo inverno anche zuppe e bevande calde con una cucina itinerante gestita da fondazione progetto Arca capace di consegnare oltre 200 pasti caldi al giorno”. “Ogni contatto, ogni zuppa, ogni incontro sono altrettanti occasioni per provare a creare un percorso che parta dal riparo dal freddo e arrivi a una vera e propria reinclusione sociale, o almeno un tentativo. La citta’ infatti – sottolinea – mette a disposizione circa 1000 posti letto in strutture aperte tutto l’anno in cui ogni persona e’ seguita da un assistente sociale nella riacquisizione della sua autonomia. Si va dalla storica casa dell’accoglienza di viale Ortles ai piccoli appartamenti dedicati ai cosiddetti irriducibili della strada che mal sopportano la convivenza con altre persone. Questi posti d’inverno vengono potenziati da altre strutture, quali il mezzanino della stazione Centrale o i diversi centri anziani comunali grazie anche alla disponibilita’ di chi accetta di condividere i propri spazi nelle aree di non utilizzo con chi vive per strada”.