Voglio essere libero, libero come un uomo
Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo appena nato
Che ha di fronte solamente la natura
Che cammina dentro un bosco
Con la gioia di inseguire un’avventura
Sempre libero e vitale
Fa l’amore come fosse un animale
Incosciente come un uomo
Compiaciuto della propria libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
E che trova questo spazio
Solamente nella sua democrazia
Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare
Ha trovato la sua nuova libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche avere un’opinione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
Vorrei essere libero come un uomo
Come l’uomo più evoluto
Che si innalza con la propria intelligenza
E che sfida la natura
Con la forza incontrastata della scienza
Con addosso l’entusiasmo
Di spaziare senza limiti nel cosmo
E convinto che la forza del pensiero
Sia la sola libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche un gesto o un’invenzione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
Non serve scomodare il grande Giorgio Gaber per commentare i dati impietosamente vergognosi che arrivano dalle urne del Lazio e della Lombardia nel primo giorno di voto per le elezioni regionali. Con tutto il rispetto per gli amici di Roma e del Lazio, è del voto di Milano e della Lombardia che ci importa maggiormente. Le affluenze registrate alle 19, oscillanti tra il 29% di Bergamo e Brescia e il 27% di Milano, sono semplicemente agghiaccianti.
Non vogliamo elevare scomodi e ingiustificati peana a una classe politica che ha indubbiamente molte colpe, ma che in un giorno voti circa 1 lombardo su tre, con la prospettiva che entro le 15 di lunedì, alla chiusura dei seggi, NON si arrivi neppure alla metà degli aventi diritto al voto, è disgustoso oltre che preoccupante.
Che nella Regione più avanzata d’Italia e tra le prime d’Europa la disaffezione al voto raggiunga percentuali così elevate rappresenta una sconfitta, punto. Per tutti. Da sinistra a destra passando per il centro. Certo, pensare ai cittadini di Magenta e Abbiategrasso che hanno votato a fine giugno, a fine settembre dopo una campagna elettorale iniziata ad agosto e a inizio febbraio, dopo una campagna cominciata praticamente a Natale con in mezzo il mese più freddo dell’anno, non depone a favore dei decisori politici.
Ma non è possibile rimanere così indifferenti rispetto al momento nel quale si decide buona parte del futuro di una Regione da 10 milioni di abitanti per i prossimi 5 anni.
L’indifferenza, il disinteresse diffuso, la distanza siderale tra elettori ed eletti non può che preoccupare. Oggi abbiamo pubblicato una riflessione molto amara di Vittorio Sgarbi, che alla luce di questi dati appare senza dubbio non così lontana dalla verità.
Ci sono ancora otto ore, dalle 7 alle 15 di lunedì, per cercare almeno parzialmente di aggiustare il tiro. Perché, diversamente, le parole del grande Giorgio Gaber assumerebbero i toni beffardi della profezia avverata. La profezia della dissoluzione del rapporto tra società civile e organi politici. La dissoluzione progressiva del legame che unisce il popolo, e la volontà popolare, alla classe dirigente e governante. E allora sì che sarebbe grave, molto più grave di una canzone, per quanto geniale.
Fabrizio Provera
I dati relativi a 1.790 dei 1.882 comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio indicano un’affluenza alle ore 23 del 30,96%% (era stata del 72,95% alle precedenti omologhe). Lo rende noto il sito del Viminale. In Lombardia (1.436 comuni su 1.504) l’affluenza è del 31,76% (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 74,08). Nel Lazio (354 comuni su 378) è del 28,63% (69,69%). Nel 2018 si votò in una sola giornata, mentre quest’anno i seggi saranno aperti anche domani, dalle 7 alle 15, mentre questa sera chiuderanno alle 23.