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Robecco Futura e la ‘democrazia’ comunale

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ROBECCO  Spesso sentiamo ripetere che la democrazia è sotto attacco. Lo dimostrano i recenti fatti di Brasilia che hanno visto coinvolti i seguaci di Bolsonaro o l’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump.
Peggio ancora succede in  altri paesi dove il concetto di democrazia è solo “sulla carta” e lascia  spazio alla così detta democratura (democrazia-dittatura) come in Egitto, Turchia, Russia ecc., dove la libertà di pensiero e di espressione viene repressa con il carcere, la tortura e qualche volta con la soppressione fisica. Per non parlare dei paesi dove la democrazia non esiste assolutamente e gli abitanti sono soggetti addirittura all’impiccagione, come in Iran o altri stati. A fronte di questi attacchi, sentiamo anche ripetere spesso che la democrazia è per sua natura debole e necessita di anticorpi robusti per poter sopravvivere e che perciò dobbiamo costantemente tenere alta la guardia al fine di non cedere a più o meno striscianti forme di totalitarismi.

Da dove possiamo cominciare effettivamente per difendere questa nostra importante creatura e rafforzarla continuamente per non cadere in situazioni come quelle citate? Noi crediamo che, dopo la famiglia, il primo nucleo collettivo in cui esercitare la sostanza della forma democratica trovi il suo habitat naturale nelle Amministrazioni Comunali, anche le più piccole. Proprio in queste istituzione dovrebbe trovare terreno fertile ciò che è il substrato della democrazia ovvero il dialogo, il dibattito, la contrapposizione , la condivisione, la fiducia, l’approccio, la sensibilità verso coloro che in quel momento storico sono gli oppositori non i nemici . Anzi, sarebbe opportuno che  chi è stato eletto adotti nei confronti delle minoranze tutte quelle sensibilità e trasparenze che spesso e volentieri rimangono solo sulla carta. Non mancano, infatti, regolamenti, statuti,  ecc., a tutela delle minoranze ma queste sono lasciate alla forma anziché alla sostanza. Quella sostanza che, se usata con sapienza, avrebbe il compito di rafforzare la democrazia e renderla concreta e indistruttibile perché non è solo scritta ma viene dal profondo di un convincimento etico .

Notiamo invece che questa pratica sostanziale viene disattesa da moltissime amministrazioni, non solo comunali, dove anziché la concordia e la cooperazione prevale il Noi e il Voi che gli atteggiamenti cambiano quando da minoranza si diventa maggioranza (passando dall’aver  predicato bene al razzolare male) che le Giunte Comunali sono sempre più arroccate nei loro fortini, senza più sentire il bisogno di un contatto con la popolazione o di un confronto con le opposizioni, affidandosi a laconici comunicati, dando per scontato che l’essere stati eletti sia una primazia, lasciando trasparire insofferenza verso le eventuali critiche. Certo tocca anche a chi è stato eletto nelle file della minoranza aiutare e fare in modo che questa pratica sia attuata evitando stucchevoli contestazioni ma riteniamo che l’esempio debba prioritariamente venire da chi in quel momento si trova in stato di forza maggiore.

E allora ricominciamo dalla base. Recuperare il sale della democrazia con lealtà e fiducia e non solo l’apparenza a partire dalle nostre comunità, aiuta a strutturarci e trasmettere alle future generazioni esempi che non possono che far bene alla democrazia in generale. Forse è questa, la fatica più costosa per chi si candida a gestire qualsiasi ambito pubblico, e per questo la più difficile. Questo il nostro augurio per il 2023.

ROBECCO FUTURA

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