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Traccia azzurra (e ciclabili): le critiche di Fiab-Abbiateinbici

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ABBIATEGRASSO – Ve la ricordate la Traccia azzurra? E’ la pista ciclabile che, con lo scopo di favorire la mobilità sostenibile e il cicloturismo diretto in Lomellina, collega le stazioni ferroviarie di Abbiategrasso e Vigevano passando per Ozzero.
Progettata nel 2016 con un costo di 1`542`000 €, due anni più tardi viene ϐinanziata da Regione Lombardia e Fondo Regionale Europeo per lo Sviluppo Rurale per due terzi, a carico dei comuni interessati quel che resta. I cantieri aprono nel 2019, rallentano per la pandemia di COVID 19, nell’estate 2021 il collaudo dell’ultima passerella. Il 30 novembre 2022 il Parco del Ticino comunica che “I lavori sono terminati”. FIAB Abbiategrasso Abbiateinbici ha provato il percorso, mettendosi nei panni di un cicloturista che non conosce il territorio. Nè alla stazione di Abbiategrasso nè lungo tutto il tracciato ϐino al ponte sul Ticino sono presenti segnali che indicano la Traccia e la direzione da seguire. Se per caso si attraversa il passaggio a livello e imbocca via Giramo, la strettissima corsia ciclabile è quasi cancellata, intralciata da numerosi pali, resa pericolosa da caditoie e tombini rotti o sprofondati e bloccata dalle auto parcheggiate. Chi ce la fa poi a districarsi nel labirinto tra il riattraversamento della ferrovia, auto parcheggiate sulla ciclabile in via Galilei, passaggio pedonale con salita sul marciapiedi e slalom tra i paletti all’imbocco di via Villani, trova inaspettatamente in via Maggi una “strada E-bis”, cioè una strada ciclabile urbana con limiti di velocità prima di 30 poi di 20 km/h e priorità per le biciclette. Pochi metri di tranquillità ed ecco la rotonda del Mc Donald, dove i ciclisti devono attraversare con la bici a mano sul passaggio pedonale. Anche qui niente segnaletica di direzione. Riuscendo a ritrovare la ciclabile si incontra un tracciato di cemento parzialmente coperto dalla vegetazione, che corre un po’ a sinistra e un po’ a destra della provinciale 183, obbligando per due volte i ciclisti a attraversare a piedi su passaggi solo pedonali, poi la pista svolta a sinistra e ϐinisce sulla strada per Gudo. Sta alla fantasia di chi pedala decidere se attraversare Ozzero e come farlo. La pista riparte in fondo alla discesa a ϐianco della provinciale 52, fondo in un materiale poco coerente dove le bici da corsa affondano, molto gradito però alle malerbe, e sparisce qualche centinaio di metri prima dell’incrocio con la ss 494. Il ciclista viene a trovarsi in mezzo al traffico veicolare e deve riuscire, senza farsi investire dagli automezzi che svoltano a destra, a attraversare a piedi sul passaggio pedonale per inϐilare la ciclabile seminascosta dal guardrail sull’altro lato della statale. Da lı̀ parte uno stretto single track coperto da erbacce e riϐiuti, che poi torna ad allargarsi, mentre vegetazione invadente e spazzatura accompagnano il ciclista ancora per un paio di km fino a una sbrindellata rete arancione che segna la ϐine della pista ciclabile, in attesa che venga finalmente aperto il nuovo ponte sul Ticino dove dovrebbero esserci ben due piste ciclabili, una per ogni corsia di marcia.

Nel complesso, a lavori appena terminati, la ciclabile dà una triste sensazione di abbandono e ci chiediamo a chi spetterà la sua gestione da ora in poi, perché, senza manutenzione e pulizia adeguate, la Traccia Azzurra è destinata a scomparire rapidamente. Insomma un biglietto da visita non esaltante per presentare il nostro bellissimo territorio ai turisti amanti della mobilità lenta e sostenibile.

FIAB ABBIATEINBICI

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