CASSINETTA DI LUGAGNANO – A distanza di alcuni giorni dal via della campagna elettorale di Unione Popolare, giovedì scorso a Cassinetta con Domenico Finiguerra e il front runner Luigi De Magistris, qualche riflessione sugli obiettivi e la natura di questo nuovo cartello elettorale.
Che ha superato indenne le forche caudine della raccolta firme a cavallo di Ferragosto: 60mila erano quelle necessarie, è stato un bello sforzo.
Prodotto per essere presenti pressoché in tutta Italia con un simbolo nuovo ma che prosegue la storia travagliata della sinistra radicale, estrema o che dir si voglia. E’ da almeno 14 anni che questa storia è assai travagliata: dopo l’epoca d’oro di Fausto Bertinotti Rifondazione Comunista passa dal 5.6% del 2006 al 3.2 del 2008, senza eleggere deputati. Nel 2013 il cartello di Sinistra Ecologia e Libertà raccoglie il 3.2% e 37 deputati. Da allora, a partire dalle Europee 2014 (Tsipras 4 seggi, Verdi 0), è tutto un susseguirsi di cartelli e cartellini poco produttivi.
Di certo, guardando tra il pubblico di giovedì a Cassinetta, ci si è resi facilmente conto che il sindaco di Cassinetta (che, dopo l’esperienza in Consiglio a Bià col Pds del 1994, fino ai Verdi coi quali si candidò alle Europee 2019, ma forse più coerente con le sue idee attuali, analoghe a quelle con cui si candidò nel 2014 con la lista Tsipras sempre alle Europee con un bottino personale di 12mila preferenze) raccoglie ormai ed è diventato il punto di riferimento per la galassia magentino-abbiatense che si colloca a sinistra del Pd: non un caso le presenze tra il pubblico di Mario De Luca, di Emilio Florio, di Lele Brizio (e persino del Verde ‘movimentista’ Gibo Rossi).
Finiguerra, a 51 anni, si gioca insomma uno degli altri ALL IN della sua ormai lunga carriera politica: mancata di un soffio l’elezione a sindaco di Abbiategrasso, che obiettivamente avrebbe dato un’altra prospettiva istituzionale (e nel frattempo archiviata e sciolta l’esperienza di Cambiamo Abbiategrasso, primo partito della città nel 2017 che raccolse consensi traversali, di certo non solo voti di sinistra), ora corre tra i protagonisti nazionali di un partito che al momento è dato abbondantemente sotto la soglia del 3%, ma che comunque dallo zero virgola sembra ora quanto meno stazionare attorno all’1.
Che non basta comunque, ma quanto meno dà un’idea di presenza. Molto, forse moltissimo, conterà dai voti che UP riuscirà a sottrarre all’asse concorrente (a sinistra) formato da Verdi e Sinistra Italiana, verso cui Finiguerra è stato molto duro (“le ferramenta hanno esaurito tutta la vernice verde che c’era, in questi giorni”, ha detto sibillino). Oltre alla bandiera ambientalista, tuttavia, UP sembra brandire sopratutto quella rossa. Vedremo se basterà.. Intanto, il sindaco di Cassinetta si è posizionato come leader della sinistra-sinistra nell’est Ticino e nell’area metropolitana. Basteròà?
COME E DA DOVE NASCE UP
Il 9 luglio scorso si è tenuto in un hotel di Roma l’evento “Verso l’Unione Popolare”, a cui hanno partecipato diversi partiti, organizzazioni e personalità indipendenti della sinistra italiana, riunite dalla comune contrarietà all’invio di armi in Ucraina, dall’opposizione al governo Draghi e dall’attenzione per la transizione ecologica.
Ma che partito è Unione popolare? Quali sono le sue proposte e chi sono i suoi candidati?
Unione popolare è un movimento formato e sostenuto da diversi partiti e associazioni riconducibili all’area della sinistra e dell’estrema sinistra italiana.
Tra i principali soggetti fondatori di Unione popolare e presenti all’assemblea di Roma c’è Potere al popolo, il movimento fondato nel 2015 dall’esperienza del centro sociale napoletano Je so’ pazzo e già candidato come lista autonoma alle elezioni politiche del marzo 2018, dove raccolse l’1,1 per cento delle preferenze. Potere al popolo è un movimento di sinistra estrema, anticapitalista e antiliberista, che secondo il suo statuto «si pone in radicale alternativa alle forze di destra, ma anche in discontinuità culturale, politica, etica e organizzativa con le tendenze che negli ultimi decenni hanno prevalso nella sinistra in Italia e in Europa».
Fanno parte di Unione popolare anche il Partito della rifondazione comunista e ManifestA, la componente parlamentare del gruppo misto alla Camera fondata lo scorso febbraio da quattro deputate ex Movimento 5 stelle. Oltre a questa rappresentanza alla Camera, fanno parte di Unione popolare anche i due senatori ex M5s: Matteo Mantero e Paola Nugnes.
