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+Milano, presunto pedofilo 30enne: il Pm chiede il carcere, no ai domiciliari

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MILANO  La misura degli arresti domiciliari puo’ “istigare” un 30enne a continuare ad adescare le sue giovani vittime spacciandosi sui social network per un ragazzino di bell’aspetto e loro coetaneo.
E’ uno dei motivi sostenuti nell’appello al Tribunale del Riesame di Milano dal pm del pool “Tutela soggetti deboli” Giovanni Tarzia che chiede la misura cautelare in carcere per il presunto pedofilo dopo che un gip ha ritenuto proporzionata alle accuse di pedopornografia e violenza sessuale aggravata commessa con mezzo virtuale quella degli arresti domiciliari. Come anticipato da Il Giorno, il 30enne e’ stato arrestato a maggio per aver ingannato e convinto 26 bambine tra i dieci e i 13 anni convinte a spogliarsi e consumare con lui rapporti virtuali. Al trentenne sono stati gia’ sequestrati tutti dispositivi elettronici su cui sono state trovate le chat, foto e video di natura pedopornografica. Per il pm, pero’, con gli arresti domiciliari c’e’ il rischio che l’indagato possa procurarsi un cellulare, un tablet o un pc con cui continuare i reati di cui e’ accusato. L’udienza davanti ai giudici del Riesame e’ stata fissata a ottobre.

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