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Dall'archivio:

++Che colpo: Gucci acquisisce ex Siltal ad Abbiategrasso ed ex Novaceta a Magenta, Chiara Calati CEO del nuovo maxi polo. Operazione senza precedenti

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ABBIATEGRASSO MAGENTA – Non ha precedenti l’operazione che siamo in grado di anticipare e che, benchè non ancora comunicata dai media finanziari di tutto il mondo, sarebbe ai dettagli. Mancherebbero insomma solo le firme. Gucci starebbe per approdare ad Abbiategrasso e Magenta, dove creerà un maxi polo logisitico e di uffici acquisendo le aree ex Siltal ed ex Novaceta.
La ragione è semplice: Gucci fa parte da anni del gruppo Kering, tra i colossi mondiali del lusso approdato a Trecate da qualche tempo.

Guardandosi attorno, ed avendo necessità di espandersi, Gucci ha messo gli occhi sulle vicine Magenta ed Abbiategrasso. A Magenta la maison nata a Firenze dal genio di Guccio Gucci dovrà acquisire la proprietà della ex Novaceta dall’operatore che l’ha comprata mesi fa, ad Abbiategrasso la proprietà è di un noto istituto bancario.

In totale sono decine di migliaia di metri quadri coperti e scoperti, dove verranno insediati uffici e comparto logistico.

Non circolano ancora dichiarazioni, ma la grande soddisfazione del sindaco Cesare Nai e del primo cittadino di Magenta Chiara Calati. Nai perché a ridosso del voto potrà portare un altro grande risultato al cospetto della città. La Calati perché, ormai in uscita da palazzo Formenti, pare sia stata scelta per divenire la CEO (Chief Executive Officer) del nascituro maxi polo.

L’ufficializzazione dovrebbe avvenire non appena saranno definiti i particolari a cura del prestigioso studio legale Pesce e associati, con sedi a Milano, Parigi e New York.

Kering, società quotata controllata dalla famiglia Pinault e che detiene la proprietà di Gucci, ha registrato nel 2021 un aumento delle vendite di gruppo del 28,2%, a 7,296 miliardi di euro. Nello stesso tempo, Gucci ha visto crescere i ricavi del 45%, a 2,832 miliardi di euro, trainati dalle crescite nel retail e nel wholesale.

Tuttavia, se si fa il calcolo, si scopre che il 76% dell’aumento complessivo delle vendite di prodotti di lusso di Kering proviene da Gucci. I clienti di tutto il mondo hanno visitato i negozi del marchio italiano per ammirare le ultime idee dello stilista Alessandro Michele, che è diventato il direttore creativo della casa di moda a gennaio 2015.

 

LA STORIA DI GUCCI, ICONA DELLA MODA ITALIANA NEL MONDO

Nel 1921 Guccio Gucci fondò a Firenze l’azienda omonima per la produzione di articoli di pelletteria, guanti e valigeria. Nel 1923 il primo marchio della casa di moda riportava solamente il nome del fondatore nel carattere calligrafico, probabilmente derivato dalla sua firma. Dopo aver lavorato da giovanissimo al Savoy Hotel di Londra come lift e aver conosciuto lo stile inglese, i cavalli e l’equitazione (cioè staffe, morsetti, selle, briglie e finimenti) sono stati parte integrante dell’heritage di Gucci. Nel 1929 il logotìpo riportò anche l’iniziale puntata del nome del fondatore. Dall’esperienza lavorativa all’estero nel 1934 fu introdotto il marchio del fattorino con una valigia e una borsa da viaggio; negli anni Trenta molti dei clienti italiani sono aristocratici con l’hobby dell’ippica e le loro richieste di abbigliamento da equitazione spingono Gucci a sviluppare le sue esclusive icone: la miniatura del morso da cavallo, costituita da un doppio anello congiunto da una barretta, e il nastro a trama verde-rosso-verde che riprende il tradizionale sottopancia delle selle. Nel 1955 al marchio preesistente si sostituisce un cavaliere in armatura, sempre con una valigia e una borsa da viaggio, integrato nello stemma araldico in un gioco di rivisitazioni nel quale il medioevo fiorentino, citazione della presunta discendenza di sellai della nobiltà rinascimentale, si salda con la contemporaneità mondana; nello scudo, al di sopra del cavaliere, sono raffigurati una rosa e un timone a simboleggiare rispettivamente la raffinatezza e l’imprenditorialità della famiglia. In questo periodo c’è l’apertura del primo negozio Gucci negli Stati Uniti, sulla 58° strada a New York e da quel momento c’è l’inizio dell’espansione americana che ne sancisce il successo internazionale; i prodotti Gucci si affermano rapidamente per il design esclusivo e conquistano il cuore delle star del cinema, note per la loro eleganza nel mondo del jet set. Nel 1958 accanto al simbolo dell’armigero si affianca il logotìpo in carattere bastone; la grande spaziatura tra i caratteri è un tratto distintivo della composizione. Nel 1960 Aldo Gucci, uno dei tre figli di Guccio, disegna il simbolo con le due “G” incrociate, chiaro riferimento alle iniziali del fondatore; tale segno grafico, non ancora diventato il marchio dell’azienda, viene riproposto in diverse fogge: fuse in un cerchio, contrapposte, invertite e in forma astratta. Nel 1971 il logotìpo sarà composto con un carattere graziato mentre solo nel 1992,con la direzione artistica di Alessandro Michele, comparirà ufficialmente nel marchio aziendale il simbolo della doppia “G”, fino ad allora utilizzato solo come griffe sulle borse, calzature e cinture. A partire dal 1998 la comunicazione ufficiale sarà affidata al solo logotìpo composto con carattere graziato lapidario, molto spaziato; è con questo marchio che l’azienda si presenta nel mondo come espressione distintiva del “made in Italy”. Nel 2019 il nuovo monogramma Gucci impreziosisce gli accessori come gioielli e borse; presenta le due G sovrapposte e rivolte entrambe a destra.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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