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Dall'archivio:

+Il motorino, l’incidente, la donazione: storia di Andrea Orlandi, il 14enne magentino che ha donato cuore e vita

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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MAGENTA Il cuore di Andrea vive ancora, come scritto nel pezzo precedente. Vive nel corpo del bancario piemontese che dopo 35 anni vive la sua vita, si è sposato ed ha dei figli. E tutto è avvenuto grazie alla scelta dei genitori di un ragazzo magentino che aveva 14 anni, nel 1985, quando una tragedia lo strappò alla famiglia.
Andrea frequentava la terza media. Oggi riposa nel cimitero di Magenta, a fianco del padre Giovanni. Morì il 17 novembre del 1985. La vicenda fu rievocata in un servizio del quotidiano La Repubblica, a firma di Enrico Bonerandi. Eccone un estratto.

 Andrea Orlandi frequentava il terzo anno di scuola media; alto alto, “uno spilungone”, con la passione dei motori e il proposito di lavorare presto come meccanico. Abitava con la famiglia in uno stabile a mattoni rossi in via dello Stadio, a Magenta: padre operaio in cassa integrazione, madre casalinga, un fratello più grande, Marco di 21 anni, e una sorella, Milena, 18 anni, apprendista parrucchiera. Domenica mattina era uscito per fare un giretto in motorino. All’ incrocio di via De Gasperi, a Marcallo, una frazione di Magenta, è finito addosso a una ragazza in bicicletta. Andrea è caduto con la testa contro il muretto. L’ hanno portato d’ urgenza in ospedale, ma due ore dopo i medici l’ hanno dichiarato “clinicamente morto”. “Tutto è successo così rapidamente – ricorda il padre di Andrea, Giovanni Orlandi -. Ero ancora sconvolto dalla tremenda notizia della morte di mio figlio, quando ho saputo che il suo cuore avrebbe potuto vivere nel corpo di un altro ragazzo. Questo è il più grande conforto per me e mia moglie”. Giovanni Orlandi sta uscendo dalla camera mortuaria, dove ha vegliato tutta la notte ed è tornato adesso, per sbrigare alcune formalità e dare l’ ultimo addio alla salma del figlio. Gli altri familiari sono rimasti a casa. “Non avevamo mai parlato dei trapianti. L’ avevamo letto sui giornali, visto in televisione. Ma non abbiamo esitato. Ci sono bastati pochi minuti per decidere”.
C’è davvero poco altro da aggiungere. Anzi, NON c’è altro da aggiungere.

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