BERNATE – La possibile costruzione di un forno crematorio mortuario a Bernate, di cui abbiamo scritto due settimane fa, sta ovviamente creando molte discussioni nel piccolo paese sulle rive del Naviglio.
Regione Lombardia ha aperto alla ipotesi di realizzare 5 nuovi forni nella Città Metropolitana: a Rho, Cinisello, Sesto ed anche nella piccola Bernate. Magentino ed Abbiatense NON hanno un impianto simile (spesso le imprese di pompe funebri si recano a Trecate).
Su Facebook è da poco comparso un intenso scambio di lettere virtuali tra il dottor Francesco Vitola, che palesa delle preoccupazioni, e il sindaco Mariapia Colombo.
Che a nostro avviso con chiarezza e coraggio, doti non sempre proprie degli amministratori locali, che nel nome del Nimby (non nel mio cortile..) spesso fuggono da opportunità e progetti di ampio respiro. Pubblichiamo perciò la posizione assunta dal primo cittadino. Limpida, cristallina
Cari cittadini,
è con attenzione che sto leggendo le vostre preoccupazioni in merito alla previsione di un forno crematorio al cimitero di Bernate.
A fronte di una proposta di project financing presentata da un operatore privato del settore, nel Consiglio Comunale del 21 dicembre u.s. è stata approvata – assente il Consigliere Claudia Garavaglia – con il voto contrario della Lista Civica Il Melograno, la variante al piano regolatore cimiteriale prevedendo la destinazione dell’area completamente libera e inutilizzata all’interno del cimitero di Bernate a impianto crematorio.
Aver successivamente inoltrato alla Regione Lombardia la manifestazione di interesse per il forno crematorio non vuol dire sia data per scontata la sua realizzazione che dovrà necessariamente rispettare i passaggi obbligatori presso gli Enti preposti ad esprimere parere (ARPA e ATS per la sostenibilità ambientale e tutela della salute, Soprintendenza per il contesto paesaggistico).
La preoccupazione che emerge dai post è in primis dettata dalla problematica ambientale connessa alla qualità dell’aria e alla tutela della salute; queste sono garanzie che un impianto deve avere per essere autorizzato. La viabilità non andrà ad interferire con il traffico cittadino; non ci sarà nessun accatastamento di bare all’interno del cimitero, anzi l’area garantirà gli spazi necessari e previsti dalle normative vigenti.
Il risparmio del nostro territorio dall’inquinamento non può essere legato solo al forno crematorio o al traffico che ne conseguirebbe. Ben sappiamo che molto più inquinanti possono essere le canne fumarie. Ben sappiamo che molto più pericoloso per la nostra salute è l’amianto e ne abbiamo ancora tanto da smaltire sul nostro territorio.
Certamente è stato considerato anche l’aspetto economico sul bilancio comunale del quale beneficeranno le future amministrazioni, considerato anche che la cremazione sarà il futuro.
È vero, questi sono aspetti puramente tecnici …. diversa è l’etica e l’etica è personale.
Produciamo rifiuti (il rifiuto è un prodotto umano, non della natura) ma lottiamo contro le discariche e ancor più contro gli inceneritori; non possiamo fare a meno degli smartphone ma non vogliamo le antenne; di pari passo va la cremazione.
Mi permetto di esprimere una considerazione del tutto personale, non è mia volontà farmi cremare e mi dispiace pensare che chi dovesse fare questa scelta possa inquinare il cielo ….. anche se il cielo non ha confini.
Pensare che il valore di Bernate sia compromesso dal forno diventa più una questione etica che ambientale e di salute. Da un altro punto di vista potrebbe essere un pretesto per contestare una decisione.
Un paese non è del Sindaco o della Giunta e l’opinione di tutti i cittadini è sempre importante per una amministrazione avveduta.
Cordialmente
Mariapia Colombo