MAGENTA Pasqualino Sarzana di Magenta se ne è andato in silenzio a soli 50 anni. Di lui ci eravamo occupati due anni e mezzo fa quando venimmo a sapere che viveva in condizioni indegne per un essere umano. Aveva trasformato una piccola cantina di un paio di metri a Pontevecchio nel suo alloggio. Quando entrammo in quella cantina restammo senza parole. Quattro stracci buttati ed ecco che per lui quella era diventata, da circa tre anni, una casa. Ogni tanto andava all’ospedale e lo si vedeva spesso fuori dall’Iper.
Una vita di stenti che lo hanno trascinato in disgrazia senza nulla e senza nessuno. Essere giornalisti vuol dire portare all’attenzione situazioni come queste. Magari sconosciute agli stessi servizi sociali e ad una società troppo indaffarata per fermarsi a guardare quello che succede attorno. Le istituzioni hanno provato ad aiutarlo, ma senza successo.
Negli ultimi tempi sono stati gli amici a sostenerlo. Da circa un anno passava da Moreno al The King a mangiare la sera, Alfredo non gli ha mai fatto mancare i vestiti che gli servivano e gli hanno perfino garantito da dormire. È uno spaccato di solidarietà silenziosa quello che è emerso. Fortunatamente grazie a loro la vita di Pasqualino non è stata vuota e senza punti di riferimento. Poi il tracollo. Le sue già precarie condizioni di salute si sono aggravate fino al ricovero all’hospice di Abbiategrasso dove è morto. I funerali di terranno giovedì mattina a Pontevecchio. Di lui gli amici dicono che era una persona dalla grande umiltà. Non pretendeva nulla, solo rispetto.