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Dall'archivio:

Cum grano salis: cosa avrei fatto io almeno due mesi fa. L’editoriale di Laura Giulia D’Orso (che noi non condividiamo….)

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO –  Avrei chiuso le scuole da subito, la Ministra Azzolina se ne dovrebbe fare una ragione, non ha gestito a dovere la situazione, non è stata capace, non ha capacità di prevedere figuriamoci di “curare” tale situazione.

Non avrei chiuso i ristoranti. Il motivo è duplice.

Il primo: non è un caso che i contagi si siano impennati in concomitanza con la riapertura delle scuole. Era già successo in Germania  ed in Francia quando le scuole avevano riaperto a fine Agosto, bastava osservare i dati.

Mezzi pubblici pieni di studenti (quelli delle superiori), e alunni (quelli della primaria e della secondaria di I grado) che, in massima parte asintomatici, diffondono silenziosamente il virus in famiglia, e che (venendo accompagnati dai genitori) creano assembramenti in entrata e in uscita dagli istituti. La controprova? Pensate a quante classi sono state in quarantena nel secondo mese di didattica.

 

Il secondo, ma qui è necessario conoscere la Storia e conoscerla bene!

Dicono che siamo in guerra contro un nemico invisibile? E allora che guerra sia. In tutte le guerre (e questa lo è, per chi non lo avesse capito) non si sono mai tagliate le attività produttive, al più si sono convertite.

La Scuola, a casa o in DAD, varierebbe di pochissimo il PIL, se ben organizzata (gli acquisti di materiale didattico resterebbero gli stessi; avremmo forse un riflesso sulle mense, ma molto contenuto rispetto alla chiusura di TUTTI i ristoranti d’Italia alle 18, bastava alle 21).

Chiariamoci: per i ragazzi è un problema di socialità non andare a scuola.

Forse la Ministra Azzolina che non ha figli avrebbe dovuto vedere gli alunni che, dopo un distanziamento a scuola, nel pomeriggio si incontravano come nulla fosse al parchetto o in casa di amici per i compiti!

Ma, per favore, non parliamo di traumi psicologici: quelli li hanno avuti i ragazzi del ’99 e mio zio diciottenne, ultimo anno di Liceo Classico, era uno dei pochi che tornò da quella carneficina sulle Pietraie del Carso o quelli sul fronte Russo.

Mio suocero, studente di Economia e Commercio a Novara, fu mandato nella steppa russa e si fece a piedi, in ritirata, dopo l’armistizio migliaia di chilometri con un compaesano magentino ferito sulle spalle.

I nostri stanno seduti davanti a un PC a seguire lezioni DAD. Spiacevole fin che si vuole, ma l’eroismo è un’altra cosa.

Anna Frank ricordo rimase chiusa in un interstizio di un armadio per due anni e aveva 13 anni.

E già che ci siamo, vediamo di chiarire un altro concetto: allevare una generazione al sacrificio e alla battaglia non può che far bene al Futuro, perché quelli privi di carattere o di spirito di sacrificio li abbiamo già oggi in Parlamento e i risultati si vedono.

Del resto, le Scuole le abbiamo dovute aprire ed infine chiudere, ovviamente non per colpa degli insegnanti (ma guarda un po’…), con buona pace della Azzolina, che festeggia perché secondo lei sono ancora aperte Ricordo che la scuola non è un parcheggio per pargoli per lasciare respirare le mamme. Se si mette al mondo un figlio lo si fa con la consapevolezza che ciò comporterà sacrifici e rinunce oltre a soddisfazioni!

Parliamo di numeri: 8 milioni di studenti nella fascia della scuola dell’obbligo (dati ISTAT 2019). 1,2 milioni di addetti al comparto ristorazione (Rapporto FIPE 2019).

DL Ristori, CIG, indennizzi, bonus biciclette, banchi a rotelle: tutte spese “ad … canis“.  Parliamo di qualche miliardo. Ma il dramma non è ora: arriverà l’anno venturo. Col gettito fiscale ridotto del 30% (se andrà bene), dovremo fare altro debito. E se nessuno concederà quel debito, al netto del ricorrere alla Patrimoniale, saremo a un passo dalla Troika.

Cosa avrei fatto? Ve lo dico.

Chiusura delle scuole. Tutte. Per inciso: che senso ha lasciare a casa dalla 2^ Media in poi, visto che l’art. 599 c.p. prevede il reato di abbandono di minori quando il ragazzo ha meno di 14 anni? Con i nonni, poracci loro!?

Sussidio (100% dello stipendio) al genitore che fosse rimasto a casa per curare i figli.

Se la matematica non è un’opinione, discutiamo di c.ca 8 mln di lavoratori.

Vantaggio? Bloccare la CIG con un numero predefinito e con un importo certo a bilancio.  Nei mesi di marzo e aprile 2020 (Fonte INPS e Banca d’Italia)  il 51 % delle imprese ha usufruito della CIG-Covid per quasi il 40% dei dipendenti del settore privato: fate quattro conti, e vi spaventerete dei numeri.

Banchi a rotelle? Ma dài: un PC gratis ad ogni studente, che comprandone 8 milioni sarebbero costati meno dei banchi, mai arrivati peraltro. (rammento adesso che difficilmente mi sovviene di un ragazzo di prima media che non abbia l’ultimo modello di cellulare o una playstation).

E se “gli studenti si dovessero annoiare” con la DAD, come disse la Ministra, rispondo con una frase del mio Prof. di filosofia del Liceo, dandoci del Lei:” Signor P. si annoia?!, le sue allora sono braccia rubate all’agricoltura, nobile arte del lavorare la terra.”

Il resto? Tutto aperto. Tutti liberi. Ovviamente seguendo le regole della mascherina, del distanziamento, del lavaggio delle mani e delle altre precauzioni. E chiusura alle 21.

Avremmo tolto l’alibi alle imprese: in un mercato libero, senza lockdown, nessun incentivo a nessuno. Chi vive è perché è bravo; chi no, è giusto scompaia. Dura Lex, sed Lex. Mercatoria. Niente CIG per i furbetti del quartierino, niente sussidi.

Trasporti pubblici? 50% di carico, taxi in convenzione, noleggi privati di autobus, niente ztl ma dal  4 maggio 2020, non dal 06 novembre 2020.

Sempre a rincorrere, sempre in ritardo!

Dove spendere i soldi dello Stato? Nel potenziare la Sanità. Nel comprare vaccini anti influenzali. Nel potenziare la medicina di base.  Altro che monopattini, bonus bici, click-day e “bischerate varie”. Invito i politici romani a venire ogni tanto al Nord, giusto per appurare che in inverno facilmente piove, nevica, fa freddo assai e, come direbbe un milanese … e la nebbia che bellezza/la va giò per i polmon!

 

Ticino Notizie pubblica ogni posizione ma non condivide nemmeno un rigo di quanto scritto in questo contributo in materia di scuola. Il fatto di chiudere le scuole è danno gravissimo sia a livello educativo che culturale che le generazioni, soprattutto quelle più piccole – che comunque hanno già subito il primo lock down e si porteranno dietro per anni  gli effetti relazionali – le scuole, quelle aperte, oggi sono tra i presidi più sicuri in assoluto (Basta avere figli per vedere coi propri occhi quanto impegno e quale disciplina quasi militare ci piccoli vengono “implotonati” a distanza di sicurezza ogni benedetta mattina).  Oggi il rischio zero non esiste, è bene metterselo in testa. Non amiamo particolarmente il Ministro Azzolina ma crediamo che il problema sia più che altro legato alla sua collega ai Trasporti. Quindi, che c’entra la Scuola??? Sappiamo benissimo le due cose sono collegate, ma non si può archiviare il tema Scuola con così tanta faciloneria…. tutti a casa.   Purtroppo, spiace sentire scrivere queste cose da una persona di cultura, perché ci dà ancora la prova di come nel nostro Paese il tema educativo sia in fondo alla graduatoria delle nostro esigenze. E pazienza se cresceremo un Paese di ignoranti. Ma l’ignoranza non è affatto amica della Libertà. Questo è bene ricordarselo….sempre. E soprattutto la Libertà non ha prezzo. Mai

Fabrizio Valenti  

 

 

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