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Dall'archivio:

Un delfino a cui hanno negato la coda

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Solo un tragico e sfortunato equivoco. Un colpo di pistola, un solo colpo di pistola sparato da due violenti, su un motorino in corsa. Oggi si dicono dispiaciuti, piangono, dice il loro legale, forse, … lacrime di coccodrillo che non riempiranno mai una vasca da 50 metri, il regno di Manuel. Si è trattato “di un tragico errore”. Ma l’errore non è stato “l’atto di sparare” il che è già altamente violento ma “l’aver sbagliato persona”. Il colpo di pistola è stato solo lo strumento perché i due reo confessi portano nella loro cultura già la licenza di uccidere.

Si è creata negli anni una lunga situazione di “emergenza” per cui si considera naturale sparare per le strade, per poi giustificare il tutto “come tragica fatalità”. Questa “non cultura” ha fermato il battito di due gambe in una piscina colma di acqua, cloro e tanta fatica. Tanta, tanta fatica e tanto fiato. Vasche su vasche, virate su virate, bracciate su bracciate. Chi ha nuotato per anni sa cosa è quel silenzio ritmico che ti accompagna per ore, quella riga nera sul fondo della vasca che ti indica il giusto percorso, quelle corsie laterali che cambiano di colore e ti suggeriscono che stai per toccare il bordo.

E ogni volta sapere che “ogni ormeggio” dal mondo si scioglie appena si entra in acqua, che il viaggiare a bracciate è l’inizio di qualcosa di nuovo. Manuel con il suo sorriso leggero e scanzonato, la testa libera da tutti i pensieri, solo lui e l’acqua, non pensare a nient’altro, sensazione indescrivibile e bellissima. Un delfino a cui due imbecilli hanno negato la coda. Tu grande Manuel metticela tutta per riuscire a raggiungere l’altro bordo vasca.

Laura Giulia D’Orso

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