ABBIATEGRASSO – Se il ceto politico abbiatense non riesce più, e da tempo, a produrre esponenti in grado di giocare da protagonisti la partita della gestione amministrativa e del Comune, allora tocca arrangiarsi. Battere nuove strade, nuove sintesi.
E’ quello che ha fatto, dopo una riflessione durata circa 6 mesi (quelli passati tra le dimissioni di Mauro Dodi dal Bilancio e di Eleonora Comelli dalla delega ai Servizi alla Persona), il sindaco Cesare Nai, che con un’operazione evidentemente concordata col suo vice ha chiamato a palazzo Marconi Rosella Petrali.
Stiamo parlando di un ex dirigente della Regione Lombardia di primo livello, che per quasi 12 anni ha lavorato a strettissimo contatto con Nicola Maria Sanese (sotto in foto), il vero uomo macchina cui si deve (checché ne dicano i riscrittori giacobini della storia recente) il miracolo che ha portato la nostra regione ad eccellere, sotto ogni profilo gestionale, amministrativo e contabile, in Italia ed in Europa.
Da ieri si può serenamente dire che nessun Comune dell’area metropolitana conta su di un assessore di pari livello tecnico e spessore, benché il passare da un ruolo tecnico ad uno più strettamente politico non sia sempre così semplice. Niente affatto.
Ma nessuno, al di fuori di Abbiategrasso, può ad oggi annoverare tra le proprie fila una come Rosella Petrali, specie se si considera la caduta verticale di qualità della politica locale, e non solo.
Se fosse rimasto anche Dodi, oggi Abbiategrasso conterebbe su una super giunta, senza dubbio. Ma così non è, così come l’avvento di una come la Petrali non cancella come per magico incanto la palese inadeguatezza di una certa parte della maggioranza.
Per gestire un settore della macchina comunale da quasi 6 milioni di euro, insomma, serviva una persona all’altezza del compito.
Ecco perché Abbiategrasso conferma di poter trarre beneficio dai 13 anni passati da Roberto Albetti nelle stanze che contavano di più, in Lombardia, ossia a fianco di Roberto Formigoni.
L’avvento di Rosella Petrali segna insomma la vittoria della vecchia politica, come qualcuno la definisce spregiativamente. Peccato che chi la biasima sia molto spesso persino inadatto a gestire un’assemblea condominiale, vittima della frenesia antipolitica, grillina e anticasta che ha ridotto questa Nazionale a schierare, sul palcoscenico internazionale, alcuni Ministri della Repubblica che ai tempi d’oro della mai sufficientemente compianta Prima Repubblica avrebbero forse assolto la funzione di attacca manifesti.
Per fortuna, il neo assessore abbiatense arriva da un’altra (e ben diversa) storia. Adesso toccherà saggiarne le qualità sul campo dell’azione amministrativa. Ma i presupposti ci sono. Decisamente tutti.
Fab. Pro.