In occasione del 50esimo anniversario dell’aggressione fatale a Sergio Ramelli, 19enne milanese appartenente al Fronte della Gioventù, ad opera di militanti di Avanguardia Operaia è stato svelato a Milano un francobollo alla sua memoria. La cerimonia si è svolta ieri alla presenza dei famigliari di Ramelli, del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dell’assessore regionale alla sicurezza Romano La Russa, dell’assessore comunale al turismo e politiche giovanili Martina Riva, della sottosegretaria di Stato all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti e di diverse rappresentanti locali e nazionali di Fratelli d’Italia.
Momento carico di emozione è stato il lungo applauso che la platea ha tributato alzandosi in piedi alla sorella, Simona. Vivo raccoglimento alla memoria del giovane che morì solo dopo un mese di agonia il 29 aprile 1975. “Sergio Ramelli era uno di noi, apparteneva alla nostra famiglia. Se la sua vita non si fosse interrotta, oggi avrebbe avuto la nostra età, avrebbe realizzato i suoi sogni come noi stiamo realizzando i suoi”, ha dichiarato con voce commossa il ministro Urso soffermandosi sul desiderio di Sergio di ricordare in un compito in classe due militanti del Movimento Sociale Italiano uccisi dalla Brigate Rosse.
“In qualche misura il francobollo esprime come un tassello di un mosaico che noi dobbiamo ricordare per riappacificare, tanto più oggi in cui i bagliori della guerra e del conflitto sono intorno all’Europa nel continente europeo e l’odio sembra riproporsi in diverse forme in ogni continente – ha aggiunto – Io penso che questo sia doveroso e nel farlo noi sappiamo che dobbiamo operare ogni giorno perché quel clima non si riproponga più, perché nessuno possa essere cancellato per delle idee che ha espresso in un compito di classe”. Proseguendo nel suo intervento, il ministro ha ricordato come la scuola debba essere “il primo luogo in cui contrastare sempre ogni forma di odio e di discriminazione”.
“Io mi sarei aspettato che gli insegnanti di quella scuola magari avessero svolto un ruolo di ricordo e di rievocazione proprio perché era doveroso nei confronti di un alunno che si era espresso così bene in quegli anni, in quel momento, nel suo paese, nella sua città”, ha sottolineato Urso in riferimento ai dirigenti dell’istituto Molinari dove ha studiato Ramelli contrari all’opposizione della targa in sua memoria questa mattina alla presenza del ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara. “La nostra generazione sa che cosa attraversa e faremo di tutto perché nessun’altra generazione possa vivere in questo paese quel clima che ha lacerato le coscienze e diviso le generazioni. Su quella memoria noi ribadiamo il nostro impegno perché non accadano più”, ha concluso