MILANO Sono piu’ di cinque milioni e mezzo le persone che si trovano oggi in condizioni di poverta’ assoluta in Italia.
Circa il 7 per cento di queste, ovvero 390 mila individui, e’ in condizioni di poverta’ sanitaria, e nel corso del 2022 si e’ trovato a dover richiedere aiuto a una delle 1.806 realta’ assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico, per ricevere gratuitamente farmaci e cure. Numeri impressionanti che emergono dal “10° Rapporto Donare per curare – Poverta’ Sanitaria e Donazione Farmaci” realizzato da OPSan, Osservatorio sulla Poverta’ Sanitaria. Le persone che si sono rivolte a queste realta’ assistenziali sono per il 49,6 per cento composte da cittadini italiani e per il 50,4 per cento da cittadini stranieri, con una contrazione del 12 per cento (-52.903 unita’) rispetto al 2021, anche a causa delle difficolta’ di funzionamento di una parte degli enti convenzionati, messi a dura prova dall’emergenza pandemica.
I dati che emergono dal rapporto, forniscono un quadro alquanto preoccupante. Mettono in luce le tante difficolta’ legate alla cura della salute per le famiglie, aggravate ancor di piu’ dal complesso momento storico attuale tra crisi energetica, pandemia e influssi della guerra in Ucraina. E le previsioni per il prossimo anno sono ancora piu’ dure: “A causa del caro-bollette e della crisi economica, determinata dalla precedente crisi pandemica, prevediamo che la poverta’ non riguardera’ piu’ solamente i soggetti fragili, ma anche le famiglie non povere, lambite dalle difficolta’” fa sapere Banco Farmaceutico, evidenziando che “abbiamo riscontrato problematiche, causate dalla crisi economica e dal caro-bollette,anche da parte delle stesse realta’ assistenziali nel rispondere al bisogno dei propri assistiti. Inoltre, attraverso le nostre rilevazioni sui dati Istat, abbiamo riscontrato che centinaia di migliaia di residenti in Italia hanno dovuto rinunciare a parte delle cure o per ragioni economiche o per una strategia di risparmio sempre legata a queste motivazioni. Prevediamo un aumento significativo della domanda, che stiamo gia’ registrando negli ultimi mesi”. La societa’, infatti, sta facendo i conti con un generalizzato aumento del costo della vita e l’incertezza dettata dalla guerra in corso in Ucraina, che ha ripercussioni sulle economie del mondo. Tutto questo colpisce in modo particolare chi vive gia’ in condizioni economiche minimali e spesso si traduce in tagli alle spese per la salute, per far fronte ad altre necessita’ familiari.Nell’ultimo quadriennio, sempre piu’ famiglie hanno purtroppo applicato la strategia del rinvio-rinuncia delle cure o del risparmio mediante il ricorso a centri meno costosi. Mezzi usati da circa 1/6 delle famiglie italiane, povere e non povere, attestandosi, tra le famiglie non povere, su valori superiori al 31 per cento. In termini assoluti si stima che nel 2021 abbiano fatto ricorso a entrambe le strategie circa quattro milioni e 800 mila famiglie residenti in Italia, di cui quasi 639 mila in poverta’ assoluta. La rinuncia alle cure e’ stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100. Un dato, anche questo, che si prevede in forte aumento nel 2023.