Il quarantesimo è stata l’occasione per riscoprire il connubio tra la chiesa dei SS. Cosma e Damiano (1669) e l’ex convento degli Agostiniani Scalzi (1635), grazie alla disponibilità degli attuali proprietari a cui diciamo ‘Grazie’. C’è stato interesse e partecipazione a scoprire le antiche vicende che hanno accompagnato la ‘vita’ di questi luoghi così importanti per gli abitanti del Turbigh in Giò. Lo aveva capito anche Carlo Bonomi che, in un disegno d’inizio Novecento, aveva immortalato il primo ‘Gomitato’.
La chiesa non è soltanto il centro religioso di una comunità, è anche bellezza, identità, storia, luogo della memoria. E solo in questi ‘luoghi’ che si ritrovano le anime perse, quelle che hanno lasciato un segno, come Luigina Meazza e Alessandro Ferrari. Le antiche comunità si preoccuparono di tramandare le loro chiese e i loro cimiteri (quello dei turbighesi d’In Giò è in chiesa) ed è quello che abbiamo inteso fare.
Dalla volontà di riprenderci quello che è Nostro è nato, quarant’anni fa, il ‘Gruppo d’In Giò’, con lo scopo di continuare a salvaguardare una realtà dove abbiamo le nostre radici, e registriamo con favore il fatto che il ‘Gruppo’ primitivo si è rivitalizzato con l’ingresso di alcuni giovani a cui passiamo volentieri lo stendardo (posizionato nella cappella di San Carlo) che mani preziose hanno realizzato quest’anno dandogli i colori dell’eternità che fanno ben sperare.
Sperèm.
40° della Festa del Turbigh d’In giò, di antica memoria e tradizione
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