RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, un anno 365 giorni all’alba o al pronto soccorso? Un periodo dove sono tornato a vivere a regime.
Dopo quella sera in cui mi hanno preso per i capelli; anche se non ne ho più…Forse i baffi???
Quella notte pensavo di ritornare al mattino massimo nel pomeriggio a casa.
Non credevo di essere così grave. Un mese e sei giorni tra alta intensità, reparto e recupero riabilitazione.
Una vicenda di cui non ho mai voluto parlare appieno. Non bisogna fare sfoggio delle proprie disgrazie. Comunque, tutto il resto è alle spalle; anche se medicine e vita diversa saranno sempre con me. Tutto quello che ho fatto prima l’ho rivisto con occhi diversi. Quando sei limitato nei movimenti e condimenti
Quanto pure andare al bagno è una cosa eccezionale.
Fare la doccia, andare al bar. Girare in bici, prendere il treno…
Ho assaporato tutto dopo quel brutto periodo. Ritrovare la propria casa, i gatti, le cornacchie. La solita gente del paese.
Provini, foto, lavori e set. Un sentimento diverso di fortuna e ringraziamento a queste belle cose. Pure scrivere al direttore non è così scontato in ospedale perché la ferita da male.
Non voglio allungare il brodino ma tre cose dopo un anno posso averle capite
1)Primo la fortuna delle piccole cose e apprezzare ogni momento
2)Secondo un grazie a tutti i dottori e infermieri e personale; sono i veri eroi.
3)Terzo le quantità contano e i controlli vanno sempre fatti.
La cosa negativa che voglio togliere dallo stomaco: un pensiero di carità cristiana a tutti quelli che non mi hanno neppure chiesto se sto bene.
A quelli che non volevano fare sapere. Ho capito che le persone non hanno empatia se non sei della loro sacrestia.
Però molte persone sono state straordinarie e forse bisogna guardare sempre la parte bella. Della medaglia. Un Paese dove tutti allargano il piatto delle gloria e passione. Io non voglio aggiungere di più.
Un caso che un’altra giornata da set ha coinciso col giorno dove stava finendo la via. Comunque una cosa vorrei dire: lo spirito è importante e l’animo va sempre alzato.
Nei momenti neri bisogna vedere il sole pure nella tempesta. Portate il sorriso a un malato: il regalo più bello. Non chiedere mai se è passato un anno. Non chiedere mai se sei vivo per miracolo. L’importante essere tornato a vivere e ridere. Ma mangiare molto meno; ho recuperato tutti i vestiti del liceo. Bisogna guardare sempre la parte bella della medaglia”.
Massimo Moletti