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Dall'archivio:

30 anni dopo Indiani Padani, parla Wilko Zanni: “Il rock mi ha salvato, il rock è vivo. Il rock è vita”- di F.P.

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NONANTOLA- SPILAMBERTO  E chi l’avrebbe mai detto che da Milano, e da molte altre parti d’Italia, l’11 novembre 2022 saremmo andati (o ritornati) al Vox di Nonantola, nel cuore dell’Emilia Romagna godereccia, estatica e ovviamente musicale, a riascoltare i pezzi di un album del 1992. Un album capace di segnare per sempre, valicando così le porte anguste del tempo, un’epoca e una generazione.

E invece accadrà venerdì 11 novembre, appunto, dove al Vox di Nonantola i Rats celebrano i 30 anni dall’uscita di Indiani Padani. Molto più che un disco. Molto più che una successione di brani. Indiani Padani fece successo, e soprattutto rimase per anni e anni (e rimane, ancora oggi), perché dava spazio alla lettura e alla comprensione delle gioie, delle paure, delle inquietudini di una generazione. Che poi, narrano quelli bravi, è il segreto del successo dei due rocker simbolo di quella terra così feconda di musica: Vasco e Ligabue.

In quella storia Wilko, Lor e Romi dei Rats si sono ritagliati una parte importante.

Del resto eravamo negli anni in cui la musicassetta viene sostituita dal compact disc e il rock cambia di nuovo pelle: diventa più bello, pulito, preciso, diciamo anche più commerciale raggiungendo il grande pubblico. Alle radio passano brani rock in lingua italiana, le major si contendono le migliori band del panorama e nasce addirittura la nazionale italiana dei cantanti rock, chiamata Dinamo rock. Nel ’92 esce, come definito da Red Ronnie, il “Gioiellino” Indiani Padani, uno dei migliori album di rock italiano, il quale contiene la mitica Chiara. Red Ronnie in una puntata del suo famoso Roxy Bar la introdusse con queste parole: “certe canzoni restano nel tempo, e questa è una di quelle, Chiara i Rats”. Oltre a Chiara l’album conteneva altri 11 brani tutti di gran livello, in pieno spirito rock di quel tempo, con anche la chicca Fuoritempo, cantata in un raro duetto con  Luciano Ligabue. Un anno dopo i Rats si ripetono con “Belli e dannati”, dove il gruppo esegue canzoni da un sound potente con bei riff di chitarra e assoli coniugati a testi che oggi suonano ancora attualissimi (uno su tutti quello della album track Belli e dannati). Due anni dopo i Rats escono con la terza meraviglia: La vertigine del mondo album, da molti ingiustamente sottovalutato, incentrato sul tema della droga. Un tema ricorrente in quegli anni, basti pensare a Proibito dei Litfiba e Sangue impazzito dei Timoria. Siamo ormai al ’97 e il rock italiano inizia il suo declino, le radio privilegiano altri generi e gli spazi si restringono sempre di più. Ma il messaggio, le sonorità,  i sogni carezzati e quelli spezzati, la ribellione e il sogno, quelli non sarebbero mai morti, nonostante programmazione radiofonica, gusti, rap o trap che si voglia: rock’n roll.. shall never die.

E  così- alla quasi vigilia di questo grande appuntamento- abbiamo intervistato, a tutto tondo, Ulderico Zanni da Spilamberto, da due decenni modenese a tutti gli effetti. Also sprach, Wilko..

D. 40 anni di musica, anni da 173 date, una vita spesa per la musica: ti emozioni ancora, alla vigilia di un concerto come quello di venerdì, Wilko?

R Certo, se così non fosse non lo farei più e smetterei. Dopo 40 anni di musica e 30 da questo album, se per noi NON fosse un’emozione vedere la gente ai concerti non lo faremmo mai, perché QUESTA è l’essenza di fare un concerto, e una celebrazione. L’età conta, il rock sarebbe qualcosa per giovani: entro i 30 anni dovresti dare il massimo..

D. In effetti i più grandi rocker hanno scritto le cose migliori tra i 20 e i 30…

R Esatto, perché comunque emozionalmente ed emotivamente la tua massima creatività è ‘dentro’ a quegli anni. Col passare degli anni cambia e si trasforma, come successo alla miriade di gruppi rock i cui leader o musicisti  hanno 60 o anche 70 anni. Lo fai non più per impeto giovanile, ma lo fai..

D E Bruce Springsteen?

R Eh.. Lo fai, suoni, perché suonare ti mantiene giovane e ti dà la licenza di commettere quel gesto e atteggiarti da rocker, cosa che magari potrebbe ispirare dei sorrisi e del tiepido pietismo..

D Gianni Maroccolo sentì Indiani Padani nel 1991 e vi disse ‘sarà un grande album’. Lo percepiste anche voi?

R Assolutamente. L’album era fatto di 19 pezzi, di cui 12 quelli incisi, ma le persone vicine a noi che lo sentirono in anteprima rimasero tutte colpite dalla qualità dei brani. Maroccolo disse ‘questo sarà un grande album’, ma anche il compianto Victor Soliani degli Equipe 84, con cui c’era un rapporto d’amicizia essendo modenese, sentì quattro pezzi con un walkman e disse la stessa cosa di Maroccolo. E anche prima che venisse registrato suonava alla grande: prima contattattamo la Wea, la casa discografica di Luciano (Ligabue), poi Stefano Senardi  della CGD ci disse sì in poche ore.

D Tu conoscesti Luciano Ligabue quando era pressoché sconosciuto, ai primordi..

R Conobbi Luciano sentendo Balliamo sul Mondo, il singolo, ed ebbi l’esatta sensazione che avrebbe spaccato. Il disco, quel suo primo album, condensava due cose: un respiro e un suono che per l’epoca era underground, ma rivolto a un pubblico enorme e larghissimo. Con la ciliegina che era rappresentata dalla forza dei testi, parole che tanti ragazzi di allora si sentivano addosso.

D Perché l’Emilia Romagna ha dato così tanto alla musica italiana?

R Sai, è difficile dirlo con esattezza o precisione.. Alcuni parlano del grande legame tra la via Emilia e il rock, imputando i motivi di quello che dici alla similitudine emotiva rispetto agli Usa. Strade lunghe, monotonia: la musica diventa così un modo di raccontare se stessi, ma se torniamo ai secoli scorsi risaliamo a Giuseppe Verdi da Busseto. Dev’esserci effettivamente qualcosa di genetico, nel Dna.

D Nel 1992 stavano emergendo tantissimi gruppi rock. Quali sono quelli con cui legaste maggiormente?

R In quegli anni stava nascendo una ‘scena’, leggevamo i pochi giornali che trattavano la  materia, come il Mucchio Selvaggio, e cominciavamo a vedere la capacità di queste band di far diventare il fenomeno nazionale, tanto da interessare le major che mettevano sotto contratto uno o due gruppi rock. Frequentavamo gli stessi festival e gli stessi luoghi: andavamo ai concerti degli altri. Ricordo un concerto dei Negrita a Cesenatico, Drigo ruppe una corda della sua chitarra e mi improvvisai tecnico: feci il roadie di Drigo..

D Legami che durano ancora, abbiamo visto..

R Assolutamente! Tanto che per promuovere questa data, per noi molto importante, ho chiesto a molti artisti importanti di fare delle piccole clip promozionali, e TUTTI mi hanno risposto in massimo due ore. Significa che quel legame c’è ancora, consolidato anche dalla Dinamo Rock, la ‘nostra’ formazione calcistica.

D Che differenze c’è tra l’Autogrill di Indiani Padani e quello di Guccini?

R Beh, come tutte le canzoni di Guccini nella sua c’era più significato e senso poetico. Il nostro Autogrill fu scritto da me sul furgone.. Erano cose, aneddoti od episodi molto vicini a noi, accaduti veramente, che abbiamo cercato sempre di NON personalizzare. Abbiamo voluto trasferire quello che significava essere una rock band ad inizio degli anni Novanta.

D Senti, ma Wally gira ancora il sabato sera in cerca di ragazze nelle discoteche?

R Credo si sia dato una calmata, essendo passati tanti anni.. Wally era un personaggio vero, erano tutti ragazzi o situazioni che osservavo e che mi hanno colpito, e che ho cercato di raccontare.

D Come ha sempre fatto Carlo Verdone dei suoi film..

R Certo, io ho sempre cercato di fare così. C’erano le macchine che il sabato andavano verso la Riviera, batterie di ragazzi a caccia di qualsiasi cosa.

D Penso che in quegli anni vi siate divertiti, e parecchio…

R Sempre, e molto… Ci ha aiutato a fare qualcosa di molto difficile, ma che ci piaceva in maniera incredibile. Venerdì al Vox salirà sul palco la stessa formazione dei Rats del 1992: è perché ci corre ancora il brivido lungo la schiena..

D Se volessi invitare un ragazzo di 25 anni al concerto di venerdì, cosa gli diresti?

R Gli direi che peccando leggermente di presunzione potrà assistere a un pezzo di storia, a un piccolo tassello che può rivivere non essendoci all’epoca. E certamente posso garantirgli che si divertirà..

D Ma che musica ascoltano, oggi, i 20 enni di Modena, Spilamberto o Nonantola?

R Guarda, essendo ancora calato in un contesto di provincia (abito a Modena da 20 anni, ma è un grande paese più che piccola città) ci sono ancora le fazioni. Rockettari, metallari, il rock da noi è in affanno ma è ancora vivo, magari a Milano o Roma è più difficile perché c’è soprattutto la trap e quello che segue la massa. Del resto hanno il diritto di usare la loro modalità espressiva, i ragazzi di oggi.

D Potrebbe rinascere oggi un gruppo come i Rats?

R Chissà.. Potrebbe, ma non sono certo che li vedrò. Sono un fautore della ciclicità musicale, sono sicuro che il rock rinascerà.

D Perché venire a sentirvi l’11 novembre al Vox?

R Perché ci sono persone che vivono e vedono le cose con genuinità, perché i concerti sono due ore nelle quali ci si scambia delle emozioni. Per noi un concerto è quella cosa lì..

D E cosa farà da grande, Wilko Zanni?

R Wilko non diventerà mai grande.. Continuerà a fare musica e rock ‘n roll, scelta di cui non mi sono MAI pentito e che mi ha tenuto vivo. Mi ha permesso di NON diventare quello che NON volevo o avrei voluto essere.

D Fai rock da 40 anni e sei ancora vivo e in salute, contro molti stereotipi che ruotano attorno al vostro mondo..

R Già, e ti dirò che non solo sono vivo. A mia madre molte persone parlavano preoccupate, additando capelloni e rocker come masse di degenerati e ovviamente drogati. Mia madre ha sempre fatto spallucce, perché sapeva che tipo di ragazzo fossi. Certo, chi è nato negli anni Sessanta come me ha visto molti coetanei devastati e uccisi dall’eroina, finire a San Patrignano o non solo. Ma nel mio caso il rock mi ha salvato la vita. Anzi, il rock era, è stato ed è la mia vita.

 

 

Non sappiamo se queste parole siano bastate a convincervi a prendere macchina, furgone o treno e venire al Vox l’11 novembre. Consentiteci la battuta: se non ci siamo riusciti, noi e loro (Wilko, le parole), siete senza speranza di redenzione rockettara. Ma la Speranza è come l’Idea: non muore. Avete ancora tempo, se ne fosse bisogno…

Fabrizio Provera

 

? RATS – “30 Anni di Indiani Padani” 11.11.22
Un concerto unico l’11 novembre 2022 al VOX di Nonantola (MO)

La storica rock band da Modena annuncia un concerto imperdibile per celebrare 30 anni del loro disco di più grande successo “Indiani Padani”.

 Venerdì 11 novembre 2022 al Vox Club di Nonantola (MO)

 Prevendite disponibili su TicketOne e Mailticket www.ticketone.it/artist/rats/
http://www.mailticket.it/…/rats–30-anni-di-indiani-padani

 

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