MILANO “Il governo ha decretato la fine dello stato di emergenza, il numero di casi sta diminuendo e quello dei ricoveri in Terapia intensiva non è mai salito: possiamo iniziare a guardare al futuro con più ottimismo, soprattutto grazie ai vaccini.
Ma le precauzioni non vanno mai dimenticate: attenzione a distanziamento, igiene delle mani e utilizzo della mascherina”.
Così Letizia Moratti, assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia in una intervista a La Repubblica Milano.
Il governo discuterà nei prossimi giorni se abolirne o meno l’obbligo al chiuso. “Noi ci adegueremo alle disposizioni nazionali. Però la mascherina si è rivelata un ottimo strumento per proteggere da tutte le infezioni delle vie aeree: la lezione che dobbiamo imparare, quindi, è che il suo utilizzo, specialmente in situazioni come i mezzi pubblici affollati o quando siamo a contatto con persone fragili, sia una forma di rispetto. Non solo verso se stessi, ma verso la comunità: a livello personale, per questo, per il momento continuerò a usarla”.
Moratti ha parlato anche dei medici di medicina generale: la carenza sul territorio si fa sentire.
“C’è da un lato una situazione di difficoltà oggettiva, soprattutto perché negli ultimi due anni il numero di medici di famiglia che hanno cessato la loro attività, rispetto alla media del decennio precedente, è raddoppiato. Abbiamo chiesto al ministro Messa di istituire nuovi corsi di specializzazione in Medicina territoriale: al momento in Italia ce ne sono solo due, dovrebbero nascerne altri sei” “Io non voglio che i medici di medicina generale diventino dei dipendenti del servizio sanitario nazionale. Credo però che sia necessario, nell’ambito del nuovo accordo collettivo, ripensare l’organizzazione del loro lavoro: per questo ho avanzato al ministero la richiesta di aggiungere un pacchetto di ore aggiuntive per i medici, da impiegare in progetti individuati direttamente dalle Regioni, con un rapporto parasubordinato, per esempio l’inserimento nelle nuove case di comunità”.