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Addio a Enzo Dell’Orto, una vita dedicata alla passione per il Cavallino Rampante e il rosso Ferrari

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Il fondatore del Ferrari Club Milano si è spento e con lui se ne va un pezzo di storia di Milano

MILANO – Aveva 78 anni Enzo Dell’Orto, fondatore e presidente del Ferrari Club Milano: la malattia che lo ha aggredito alla fine ha vinto, ma lui fino all’ultimo chiedeva di organizzare appuntamenti e progettava, come era solito fare, perché la determinazione ad andare avanti è sempre stata tanta per tutta la sua vita, anche nonostante un lungo contenzioso con la Ferrari spa per l’uso del marchio, mentre nel suo sangue “pulsava la potenza e la passione per quei Cavalli”.

Negli anni è stato in diverse occasioni presente a Magenta, Boffalora, Trecate per raduni con le vetture, pranzi con i soci del Club, altre iniziative con i commercianti: occasioni per condividere la sua passione con grandi e piccoli appassionati delle Rosse di Maranello.

I funerali saranno martedì 19 aprile alle ore 11, presso la parrocchia San Giuseppe Colasanzio, via don Gnocchi 16 Milano.

Alla fine della scorsa estate una grande soddisfazione: l’intitolazione a Michele Alboreto, un altro suo grande amico, di una delle curve del circuito di Monza, che aveva contribuito a realizzare sensibilizzando le istituzioni con la raccolta di oltre ventimila firme.

Il sodalizio nato nel 1978 aveva avuto il benestare dell’indimenticabile ingegnere Enzo Ferrari e in più di quarant’anni di attività ha promosso numerose iniziative di beneficenza, supportato dall’amicizia di Mike Bongiorno, imprenditori e soci che negli anni gli sono stati vicino.

Sembrava un’impresa irrealizzabile l’idea di un Ferrari Club Milano, eppure di strada ne ha fatta Dell’Orto che non ha mai posseduto una Ferrari, ma curava quelle dei soci come fossero le sue. Uomo buono, genuino, talvolta poco diplomatico, ma determinato e creativo, per decenni meccanico alla Renault, ha avuto la capacità di realizzare grandi idee, come il busto di Gilles Villeneuve donato al Museo della Scienza e della Tecnica, le targhe (anche a Magenta) per commemorare Michele Alboreto, i concerti al Conservatorio e la partecipazione a programmi televisivi per sostenere associazioni di volontariato che si occupano soprattutto di donne e bambini.

Quarant’anni fa, nel 1982 con il sindaco Carlo Tognoli, l’Ambrogino d’Oro dalla sua Milano, città che ha sempre amato e per la quale ha organizzato oltre trenta prestigiosi Raduni internazionali – Incontri di classe, nei luoghi più rappresentativi della città, che fino allo scorso settembre vedevano la scorta del corteo di vetture da parte delle Forze dell’Ordine, Polizia Municipale, Polizia Stradale, Carabinieri motociclisti, con i quali aveva stretto un legame particolare.

La sua passione durata una vita è raccontata nel libro “Enzo, la Ferrari mi ha tradito” (edito da La memoria del Mondo).


Enzo Dell’Orto amava il Trentino e la sua Val di Non con i suoi paesaggi, le mele e i Cori, la musica dei motori e le cose fatte bene, sempre, nella vita come in pista, “in competizione con noi stessi, prima di tutto perché, come disse una volta Enzo Ferrari: Solo nella competizione c’è vita”.

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