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Filippo La Mantia riporta la cucina siciliana al Mercato Centrale di Milano

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MILANO  –  Dal mercato palermitano al Mercato Centrale Milano: per la sua nuova avventura milanese l’oste, cuoco e artigiano Filippo La Mantia riparte proprio dal concetto di mercato per raccontare una filosofia che vuole rendere il cibo alla portata di tutti.
Dopo la chiusura causa pandemia del suo ristorante in piazza Risorgimento a Milano, il cuoco di origini palermitane riporta la cucina siciliana nel cuore della città meneghina e riparte dal primo piano del Mercato Centrale Milano, la cui squadra si arricchisce ora con un protagonista indiscusso del panorama gastronomico italiano, premiato lo scorso dicembre con l’Ambrogino d’Oro, il prestigioso riconoscimento del Comune di Milano, per aver cucinato per il personale del Niguarda durante il difficile periodo della pandemia.

L’opportunità per il ritorno del cuoco a Milano è arrivata sotto forma di una chiamata da parte di Umberto Montano, presidente di Mercato Centrale: ”Che bella persona dichiara e che grande storia quella di Filippo La Mantia. Un amico che a pieno titolo si colloca fra i grandi professionisti del nostro Paese. Il Mercato Centrale è fiero di annoverarlo fra i suoi artigiani migliori. Benvenuto caro Filippo, con tutto l’affetto che sai”.

La Sicilia, con le sue mille tradizioni, colori e profumi, si conferma protagonista del progetto al Mercato, che rappresenta per Filippo La Mantia un nuovo inizio con una squadra tutta nuova. ”Mercato per me – racconta La Mantia – è luogo di scambio e di aggregazione, il luogo da cui sono partito e quello a cui faccio ritorno. Questa apertura rappresenta una grande scommessa, una sfida che ho deciso di cogliere. Il Mercato incarna alla perfezione le mie radici e racconta la mia filosofia, che ruota attorno allo scambio, al legame con la mia terra d’origine ma allo stesso tempo all’assenza di confini, soprattutto quando si tratta di creare. Ogni giorno, qui, è il mio primo giorno, mi ritrovo davanti nuove sfide, nuove opportunità e nuove scoperte da abbracciare con ritrovato entusiasmo”.

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