17enne evade dal Beccaria di Milano

La denuncia del sindacato di Polizia

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Un detenuto di 17 anni è evaso dal carcere minorile Beccaria di Milano. Il giovane di origini marocchine, che era stato arrestato per rapina, avrebbe scavalcato le inferiate dell’istituto. Lo riferisce Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria.

Il ragazzo, “arrestato per rapina a mano, è evaso scavalcando alcune inferriate. Il caso riaccende l’attenzione, che sembrerebbe sopita, sul Beccaria da sempre il più problematico tra gli Ipm e sulle evasioni che si ripetono coinvolgendo le carceri”, osserva Aldo Di Giacomo, segretario generale S.PP.

“Le evasioni e i tentativi di evasione sono aumentati del 300 per cento in pochi mesi a riprova che il problema della sorveglianza e quindi degli organici del personale penitenziario è la priorità delle priorità, perché come per il Beccaria in tutti gli istituti si approfitta della carenza di agenti, in troppi casi in 4 a sorvegliare 60-70 detenuti. L’unico a non esserne consapevole – aggiunge Di Giacomo – il sottosegretario Delmastro che continua a lanciare messaggi di ottimismo e a ripetere che è tutto sotto controllo. Le cronache di questi giorni ci riferiscono che sono già quattro le evasioni e i tentativi in una settimana. Quanto al Beccaria siamo in presenza di un istituto molto difficile in particolare per età e provenienza dei giovani detenuti”.

“L’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni. Nel corso del 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà. Per noi – dice il segretario S.PP. – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse dando priorità alle assunzioni di nuovo personale penitenziario per garantire il rispetto del regolamento carcerario “calpestato” dalle continue aggressioni e violenze agli agenti e di assistenza psicologia e sanitaria e se realmente si vuole mettere fine ai suicidi di detenuti, già 44 dall’inizio dell’anno”.

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