MILANO La donna travolta e uccisa oggi da un camion in centro a Milano è la sedicesima ciclista deceduta ad agosto sulle strade italiane e la 126/a dall’inizio dell’anno: a fornire i numeri è l’Osservatorio Asaps-Sapidata dell’Associazione sostenitori della Polizia stradale.
A gennaio i decessi sono stati dieci, a febbraio 5, a marzo 7, ad aprile 14, a maggio 18, 22 a giugno, record a luglio con 34. Dati parziali, perché non tengono conto dei feriti gravi che poi non ce la faranno in ospedale. Le vittime sono 108 uomini e 18 donne; 48 ciclisti avevano più di 65 anni. Nove i casi di pirateria stradale, con ben due episodi a luglio con la fuga di chi aveva provocato il sinistro mortale. A luglio sono deceduti anche un 98enne e quattro giovanissimi di 15 anni, due 16enni e un 18enne, ad agosto un altro sedicenne.
In Italia, in bici, si muore ovunque e i dati dell’Istat lo dimostrano: negli ultimi vent’anni le vittime annue della strada sono scese da circa 7.000 nel 2001 a poco meno di 3.000 nel 2021 . Una riduzione complessiva del 59,5% per i morti e del 45,2% per i feriti, ma sono numeri complessivi, che nascondono profonde differenze tra le sorti di chi ha un incidente in auto, ciclomotore, motociclo, autocarro, in bici e monopattino o a piedi.
Nel 2021 l’indice di mortalità dei ciclisti è stato di 1,2 mentre quello di lesività è stato di 94,1. Per gli incidenti in auto i due valori sono, rispettivamente, pari a 0,7 e 61,5 e ciò vuol dire che, per incidente stradale, in bici si muore quasi il doppio che in auto e ci si fa male oltre il 50% delle volte in più.