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Dall'archivio:

15enne di Motta Visconti muore dopo bagno nel Ticino a Zerbolò

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MOTTA VISCONTI Un ragazzo di 15 anni di Motta Visconti (Milano), studente in un istituto tecnico di Pavia, è morto oggi pomeriggio dopo essersi tuffato nelle acque del Ticino nel tratto di fiume vicino a Zerbolò (Pavia).

Un bagno che aveva deciso di fare, nonostante la giornata climaticamente non favorevole tra pioggia e temporale. Gli amici che erano con lui si sono accorti che il 15enne era in difficoltà e hanno lanciato l’allarme. Sul posto sono arrivati i sommozzatori dei vigili del fuoco che, nel giro di brevissimo tempo, sono riusciti a riportare il giovane a riva, privo di conoscenza ma ancora vivo. Il 15enne è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Bergamo, dove è morto poco dopo il ricovero. I carabinieri hanno avviato gli accertamenti per ricostruire come è accaduta la tragedia.

Sprofondare nel fiume all’improvviso significa, nel 90 per cento dei casi, spaventarsi e bere. Perdendo il ritmo del respiro, il rischio molto concreto è quello di affogare. Tra l’altro, anche nel caso in cui si sia perfetti nuotatori, bisogna tenere presente che la temperatura dell’acqua di un fiume è generalmente più bassa rispetto a quella del mare.

Anche in questo caso, il passaggio improvviso dal caldo delle spiaggette al freddo dell’acqua può determinare un fenomeno che, in medicina, è noto come “idrocuzione”. Si tratta di una sincope da immersione rapida caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento.

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