MILANO Al 19 gennaio risultano in totale 1.492 i pazienti Covid avviati al trattamento a casa con la pillola antivirale molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada). E’ il dato che emerge dal primo report dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sul monitoraggio degli antivirali per la terapia di Covid-19.
Le prescrizioni di Lagevrio sono in crescita: nell’ultima settimana monitorata – dal 13 al 19 gennaio – sono state 1.126, in media più di 160 al giorno, pari a oltre il 73% in più rispetto alla media giornaliera della settimana precedente (oltre 92). Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola anti-Covid dall’apertura del monitoraggio è quello del Lazio (219), mentre all’altro estremo – con zero trattamenti avviati – risultano Basilicata e Calabria. Negli ultimi 7 giorni ad aver fatto più prescrizioni di molnupiravir è stata la Liguria (154, +148,39%), seguita dal Lazio (148, +42,31%) e dal Piemonte (144, +42,57%).
L’altro antivirale monitorato è remdesivir. Per questo farmaco le voci sono due: al 19 gennaio risultano in totale 901 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (spicca l’Emilia Romagna con 244 e a seguire la Lombardia con 239) e 79.265 i pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale. Considerando sia molnupiravir che remdesivir, i pazienti non ospedalizzati trattati con i due antivirali dall’apertura del monitoraggio sono stati 2.393 (il 62,3% ha preso molnupiravir e il 37,7% remdesivir).
Nell’ultima settimana monitorata (12-18 gennaio), la media giornaliera nazionale delle prescrizioni di remdesivir a pazienti in ossigenoterapia supplementare è stata di 224,43, in calo dell’11,54% rispetto ai 7 giorni precedenti (253,71). Mentre per quanto riguarda il trattamento precoce con remdesivir la media giornaliera negli ultimi 7 giorni monitorati è stata di 86, il 69,10% in più rispetto ai 7 giorni precedenti (50,86).