“Ripartiamo da noi”. Lo slogan di questa un po’ triste – viste le cocenti delusioni e abbandoni eccellenti – festa di fine anno della Curva Nord Milano 1969 è chiaramente simbolico.
Sia per i recenti fatti che hanno colpito una parte del tifo organizzato – ma che sono di competenza della giustizia e ormai stanno seguendo un loro iter – sia per gli sfortunati episodi sportivi, non ultima, la drammatica sconfitta con il PSG nella finale di Champions League di sabato 31 maggio, non è certo un momento facile per chi vive di pane e Inter. Ma ci si deve pur rialzare e andare avanti.
E’ questo il segnale che arriva dal mondo ultras che quest’anno ha scelto una location di provincia per organizzare quello che ormai è diventato un appuntamento irrinunciabile di fine stagione.
“La Nord in festa” dunque a Trezzano sul Naviglio domani sabato 7 Giugno nell’area di via Don Caseleggi nei pressi dello stadio.
Programma intenso fin dalla mattina con area giochi per i più piccoli, quindi, classico torneo di calcio a 7 tra i gruppi della Nord. Si prosegue alle 16,00 con interventi sul palco delle vecchie glorie nerazzurre e ospiti del mondo Inter.
Alle 20,00, si comincerà a parlare di quello che è il movimento ultras con dibattiti e racconti sulla storia di questa realtà che resiste, nonostante le politiche repressive e i divieti imposti spesso esagerati e reiterati, come quelli che hanno colpito la Nord negli ultimi mesi impedendo, di fatto, l’organizzazione di un tifo colorato e non solo appassionato, come lo è sempre stato. Parteciperà l’Associazione Stefano Presente direttamente da Trieste.
La vicenda di Stefano Furlan è tristemente nota nel mondo ultras. E’ l’ 8 febbraio 1984, e siamo al vecchio “Grezar” di Trieste. Si disputa l’incontro di Coppa Italia tra Triestina ed Udinese e Stefano è un giovane tifoso appassionato, che non salta mai nessun incontro degli Alabardati.
Anche quel giorno è in curva e, a fine gara, scoppiano dei tafferugli. Lui si tiene lontano dagli stessi ma viene fermato dalla polizia, che lo tratta con modi a dir poco “severi” (testimoni dicono che fu anche afferrato dai suoi lunghi capelli e sbattuto contro il muro). Venne arrestato e rilasciato dalla questura solo a tarda notte, per poi rincasare in casa da mamma Renata. La mattina dopo si svegliò con un forte mal di testa che perdurò, tanto da rendersi necessario il ricovero presso l’Ospedale, in cui Stefano entrerà in coma per poi morire oltre un mese dopo.
Per questo accadimento, l’anno dopo fu condannato un agente di polizia che, dopo un anno circa, ritornò a svolgere regolarmente le proprie funzioni.
La serata della Nord si chiuderà con il gran finale previsto per le 23. Ingresso ovviamente libero.