Ci sono 1.593 miliardi di euro fermi sul conto corrente degli italiani, mentre invece sono 1.079 quelli investiti in attività finanziare. Questo è quanto è venuto fuori dalla nuova ‘Geografia Ener2Crowd degli investimenti 2025’ realizzata da Ener2Crowd, piattaforma in Italia per gli investimenti Esg, nel mese di settembre 2025 su dati macroeconomici Federazione Autonoma Bancari Italiani, Banca d’Italia, Crif, su elaborazioni interne su base Istat e su dati proprietari di performance.
L’identikit dell’investitore disegnato da Ener2Crowd rileva che nel Belpaese vi è una forte avversione al rischio: l’italiano medio preferisce strumenti a capitale garantito o percepiti come ‘sicuri’ come i conti deposito, i Bot e le ‘polizze vita’, anche a costo di bassi rendimenti. Ed hanno anche una bassa propensione alla consulenza professionale: molti preferiscono il ‘fai-da-te’ o affidarsi alla banca di fiducia, anche se piano piano cresce l’interesse per le piattaforme e per la consulenza digitale. Nella generalità dei casi è l’uomo (78%) a prendere le decisioni finanziarie, anche se la partecipazione femminile è in crescita, soprattutto nell’ambito della finanza green dove le donne arrivano a rappresentare una quota del 40%.
Per quanto riguarda le motiviazioni, Ener2Crowd registra una crescente attenzione a Esg (Ambientale, Sociale e di Governance) e impatto sociale, soprattutto tra i più giovani. La gen Z e i millennial sono attentissimi alle tematiche ambientali e desiderosi di dare un contributo concreto, facendo fruttare il loro capitale senza rinunciare ai propri valori. Una volta provata l’esperienza di un investimento green, tendono a ripetere e incrementare l’esposizione, condividono la loro esperienza sui social e generano passaparola. Sempre secondo la ricerca realizzata da Ener2Crowd, a livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani è medio-bassa.
La maggior parte degli investitori ha solo conoscenze di base e risulta che molti non sanno neanche spiegare concetti base come inflazione, diversificazione, rischio-rendimento. L’utilizzo di piattaforme online, tuttavia, è in crescita: negli ultimi anni si è moltiplicato il numero di utenti che acquistano fondi e strumenti alternativi via app ed è anche aumentata la sensibilità ai contenuti educativi come webinar e tutorial che sono diventati un driver forte per la decisione di investimento.
Come detto prima, il totale delle attività finanziarie degli italiani ammonta a 1.079 miliardi di euro. Ma la maggioranza degli investitori privati ha portafogli di piccola-media taglia (al di sotto dei 50 mila euro), con una forte concentrazione su strumenti a basso rischio anche se negli ultimi anni la quota azionaria nei portafogli è aumentata, soprattutto tramite Etf e fondi indicizzati. Ed ecco la ripartizione regionale delle attività finanziarie calcolata da Ener2Crowd in base al peso del PIL di ciascuna regione: 1) Lombardia 246,36 miliardi di euro (22,84%); 2) Lazio 128,85 miliardi di euro (11,94%); 3) Emilia-Romagna 100,80 miliardi di euro (9,34%); 4) Veneto 98,53 miliardi di euro (9,13%); 5) Piemonte 81,15 miliardi di euro (7,52%); 6) Toscana 70,03 miliardi di euro (6,49%); 7) Campania 61,61 miliardi di euro (5,71%); 8) Sicilia 58,27 miliardi di euro (5,40%); 9) Puglia 51,47 miliardi di euro (4,77%); 10) Trentino-Alto Adige 29,13 miliardi di euro (2,70%); 11) Liguria 26,87 miliardi di euro (2,49%); 12) Friuli-Venezia Giulia 21,80 miliardi di euro (2,02%); 13) Abruzzo 19,64 miliardi di euro (1,82%); 14) Marche 18,99 miliardi di euro (1,76%); 15) Sardegna 18,99 miliardi di euro (1,76%); 16) Umbria 18,45 miliardi di euro (1,71%); 17) Calabria 13,49 miliardi di euro (1,25%); 18) Basilicata 7,88 miliardi di euro (0,73%); 19) Molise 3,88 miliardi di euro (0,36%); 20) Valle d’Aosta 2,81 miliardi di euro (0,26%).





















