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Dall'archivio:

Radici in crescita, sequenza giornaliera degli accadimenti, di Ivan D’Agostini- 10 marzo

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Diecimarzo

 

Ore nove si aprono le finestre, c’è il sole, per quanto è possibile cerco di fare in modo che il “vassoio” ed il resto si nutra della luce naturale, alimento primario per la vita, in genere di tutti. Una catena, questa, che è la base per la vita, per il dinamismo anche se, a ben vedere, il motore che alimenta l’universo conosciuto è ben altro e non così debole e caduco come questo genere di vita che però è, almeno per quanto noi sappiamo, esplorativo, indagativo e in costante mutazione. Dunque, apro le ante per aria e luce e vado a compiere il mio dovere di padre.

Martello, pinze, trapani vari, seghetto alternativo, pialla, levigatrice orbitale, carta vetrata, raspa, scalpelli, sgorbie e mazzuolo di legno, insomma il ben di dio del piccolo falegname e via a stendere le assi per il pavimento del solaio.

La previsione narra di sei otto ore, in realtà ce la faremo in meno tempo, una volta tanto la mia prudenza è stata smentita, alle sei di sera finito, pulito e pure verniciato, una mano si intende, ma ora brilla e quella vecchia brutta, sporca e grigia soffitta ora è linda, con un piano che sembra uscito dal catalogo dellichea tanto è trandy la vista che ci si offre. Ci guardiamo tutti e tre, un sodalizio il nostro sguardo e l’intesa si trasforma in un sorriso. Siamo contenti, punto. Stanchi ma felici.

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