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Pensieri Talebani- Tutta colpa degli immigrati? Ma va là.. di Fabrizio Fratus

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La volontà di coloro che detengono il potere economico è quella di sostituire la manodopera europea con una più economica e pronta a tutto Di Fabrizio Fratus, sociologo
E’ colpa degli immigrati? No! Ecco perché

“Prima gli italiani” non perché ci rubano il lavoro, non per una questione di carattere economico come spesso si sente dire da coloro che agiscono in difesa del nostro popolo

Immigrato, profugo, migrante, chiamatelo come volete. Certo è che negli ultimi anni è su di lui che il dibattito si inasprisce e su di lui si giocano diverse interpretazioni su cosa sia giusto fare. Un mio punto di vista anche molto provocatorio è che gli europei si dovrebbero unire agli immigrati, profughi, migrati o come volete chiamarli per sovvertire il sistema turbo capitalista per cui negli ultimi anni la forbice tra ricchi e meno ricchi si è decisamente allargata, il neocapitalismo a uso e consumo di pochi è il vero colpevole dello sfruttamento delle persone come dei popoli.

La questione sul perché vengano indotti a venire in Europa è semplice. Servono ad abbassare i salari minimi rendendoli ancora più bassi. La volontà di coloro che detengono il potere economico è quella di sostituire la manodopera europea con una più economica e pronta a tutto, pur di competere con i paesi in Asia.

Quindi tutta la questione sul perché vadano aiutati prima gli italiani e gli europei si basa solo su fattori economici?

NO, assolutamente no. Il primo punto da affermare e su cui NON è possibile transigere è il senso di appartenenza e il sentimento di condivisione. Coloro che dicono “bisogna aiutarli” hanno ragione, va fatto e lo si deve fare perché è fondamentale aiutare i deboli, le persone in difficoltà.

Ma c’è un’altra questione che va considerata: prendiamo a esempio una famiglia, la sua composizione riguarda anche i parenti stretti, quelli di sangue e poi quelli acquisiti. Tutti, non c’entra se si è di sinistra, destra, centro, apartitici o quel che volete voi. Tutti se hanno delle possibilità aiuteranno prima il proprio parente bisognoso e poi, nel caso vi fosse la possibilità, lo sconosciuto. È un fatto normale e giusto, perché la famiglia è la cellula della società in cui viviamo e la nostra società è costruita da coloro che ci hanno preceduto: i nostri padri, le nostre madri come i nonni sono coloro che, con il sacrificio, hanno permesso a questo paese di esistere e divenire una potenza mondiale. Il rispetto dei loro sacrifici passa anche da scelte ben precise, prima i figli di coloro che hanno contribuito a fare grande il nostro paese.

Una seconda questione importante è quella demografica, ci viene spiegata l’importanza dei migranti etc. in relazione al calo demografico del nostro paese. La prima idea sensata di chi spiega l’accoglienza dei profughi dovrebbe essere quella di attivarsi per politiche di crescita demografica e poi, nel caso, prendere in considerazione la “sostituzione” di una popolazione con un’altra, cioè se un popolo va verso l’estinzione e non è possibile praticare un sistema di aiuto per ringiovanirlo è comprensibile prendere in riflessione l’accoglienza per rimpiazzare la diminuzione della popolazione.

Ma oggi, i profughi, migranti e immigrati non vengono a sostituire ma in cerca di lavoro, di una vita migliore e in molti casi la loro situazione deriva da uno sfruttamento da parte di economie occidentali come da veri e propri stati (basta dare un occhio a come ha agito la Francia negli ultimi decenni in Africa).

Altra questione su cui si deve riflettere è il fatto per cui molti di coloro che giungono da noi, se non riescono a partire per altri paesi e non si sistemano da noi restano spesso dei “mantenuti” a carico di chi in Italia paga le tasse. Questo mantenimento avviene sulle spalle di altri italiani impoveriti negli ultimi anni (come i dati Istat ci confermano sull’aumento della povertà in Italia).

Se si spende per una emergenza come l’immigrazione sarà naturale che le risorse utilizzate non saranno più accessibili per altro tipo di emergenze. Ma la questione è ancora più grave, tutti coloro che si occupano di economia sanno bene che una popolazione cresce e si sviluppa grazie all’aumento della popolazione, al contrario delle logiche strampalate di Thomas Robert Malthus. Se in Italia il calo demografico porta a un calo di crescita è anche vero che, seguendo questa logica, noi sfruttiamo il continente africano importando da loro persone a sostituzione della nostra popolazione che non si rigenera e condannando loro a restare un paese impossibilitato a una crescita e a uno sviluppo.

Le cause che portano diverse popolazioni a spostarsi sono molteplici e in ogni modo le si guardi la verità è una sola: bisogna unire tutte le forze per rispondere allo sfruttamento delle persone come dei popoli.

Fabrizio Fratus

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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