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Ossona, con la ripresa c’è chi cambia tutto: “Al lavoro fino a Milano? Ci vado in bicicletta!”

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OSSONA –  Cambierà qualcosa nella nostra vita con l’esperienza che stiamo vivendo sulla nostra pelle, di un’emergenza sanitaria tutt’altro che conclusa? Qualcuno la sta già cambiando modificando completamente la routine giornaliera. E’ il caso di Giuseppe Lanzani, 44enne di Ossona che lavora al Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano. Con la fine del lockdown ha deciso, almeno finché sarà possibile, di utilizzare la bicicletta per recarsi a Milano. Trenta chilometri ad andare, più altrettanti per il ritorno, fanno 60 chilometri. Tutti da solo, ovviamente. Percorrendo il tratto ciclabile a lato della Tav fino ad Arluno, proseguire per Pregnana e Rho ed entrare a Milano fino a Città Studi.

“Alla fine non sono molti, quindi ho deciso di spostarmi solo con la bicicletta – ha spiegato – Ho calcolato il tempo ed è praticamente identico a quello che avrei impiegato utilizzando i mezzi pubblici. Tra il recarsi in stazione a Magenta, aspettare il treno, arrivare a Milano, prendere la metro e percorrere il tratto finale a piedi, non cambia molto”. Il primo giorno, ad onor del vero, non è stato molto fortunato per l’ossonese. Pioggia battente, a tratti grandine, catena che scendeva in continuazione e, al ritorno, si è bucata la ruota. Insomma, peggio di così non poteva andare. Eppure Lanzani, che è un appassionato cicloturista, non rinuncerà a cambiare per qualche imprevisto. “Anzi, sono uno che vede le cose in maniera positiva – aggiunge – visto che è successo tutto il primo giorno, gli altri andrà sicuramente meglio. Martedì è stata tutta un’altra cosa con un tempo molto bello”.

Qual è la molla che ha fatto partire l’idea di utilizzare la bicicletta per recarsi al lavoro? “In realtà sono più fattori messi insieme che mi hanno fatto prendere questa decisione – conclude – In bicicletta mi sento libero. Non devo sottostare allo stress di dover aspettare i mezzi o di rischiare ritardi. Tutto dipende da te, la cosa peggiore che ti possa capitare è di bucare quando piove. Beh, mi è successo proprio al primo giorno e l’ho presa sul ridere. Diciamo che devi saper affrontare gli imprevisti se vuoi servirti della bicicletta e un paio di attrezzi per riparare i guasti te li devi portare. Inoltre in questo modo posso evitare gli assembramenti. Vero che sui treni in questi giorni c’è poca gente. Ma col tempo saranno sempre di più i pendolari. E poi ho visto in circolazione persone impaurite nei giorni scorsi. Liberiamoci della paura e riappropriamoci della libertà. E’ la cosa più bella che abbiamo”.

 

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