Maltrattamenti all’asilo di Vanzago, per un’educatrice revocati i domiciliari

Il Riesame dice che 'basta interdittiva'. I tre arresti a luglio nel Milanese

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Passa dagli arresti domiciliari ad una misura di interdizione dalla professione, con obbligo di dimora, su decisione del Riesame, un’educatrice arrestata a fine luglio, assieme ad una collega e alla titolare di un asilo nido privato di Vanzago, nel Milanese. Sono tutte e tre accusate di maltrattamenti ai danni di bimbi: 35 le vittime in totale.

La struttura era già finita al centro di un’inchiesta analoga nel gennaio del 2023 e la stessa responsabile del nido privato era stata destinataria di una misura interdittiva e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Misure che, però, come aveva osservato il gip di Milano Giulio Fanales nella nuova ordinanza nell’inchiesta del pm Maria Cardellicchio e del Nucleo investigativo dei carabinieri, “si sono rivelate inadeguate”.

Dalle nuove indagini e in particolare dalle testimonianze di ex educatrici, intercettazioni e dai filmati delle telecamere nascoste, è emerso che la responsabile e le altre due indagate avrebbero urlato a poca distanza dal viso dei bambini, usato toni molto aggressivi ed espressioni scurrili, e poi ancora, secondo l’accusa, li strattonavano, tiravano loro le orecchie e li confinavano in stanze buie per “punirli”.

Una delle educatrici ha presentato ricorso al Riesame contro i domiciliari e la misura cautelare è stata sostituita con l’interdittiva dalla professione (un anno la durata massima prevista per legge) e con l’obbligo di dimora. Mentre restano ai domiciliari, dopo gli arresti del 24 luglio, la titolare e l’altra indagata. La responsabile, che è già a processo per i fatti al centro della prima indagine, davanti al gip, difesa dall’avvocato Michele D’Agostino, aveva affermato che non si era trattato di maltrattamenti o abusi, ma solo di un “metodo educativo deciso”. Ha deciso, però, di sospendere la sua attività e chiudere l’asilo.

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