A proposito della ‘presunta ineleggibilità’ del sindaco, il suo ‘rivale’ al ballottaggio spiega che…
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO “Cercherò di essere il più sintetico e chiaro possibile. Ha destato scalpore il fatto che io abbia sollevato in Consiglio Comunale un dubbio rispetto all’ineleggibilità di Cesare Nai. Mi si accusa di averla sollevata troppo tardi. Di aver taciuto qualcosa
che io avrei saputo da tempo. Di aver utilizzato questa presunta
irregolarità solo per disturbare dopo aver perso le elezioni.
Ora, va bene che qualcuno stia cercando un po’ di visibilità per essere preso in considerazione dai nuovi governanti della città, e quindi invece di studiare un po’ di diritto amministrativo preferisce dare addosso alle opposizioni.
Va bene che per qualcuno l’esistenza delle regole (derubricate a cavilli) del Testo Unico degli Enti Locali (lo
stesso che stabilisce come si vota e come vivono i comuni) sia solo un dettaglio. Va bene che una votazione in consiglio comunale sia considerata come una chiacchiera da bar. Va bene tutto. Però c’è un limite alla decenza delle parole in libertà spese solo per la pratica del lisciamento di pelo probabilmente finalizzato proprio all’ingresso nella nuova corte cittadina. C’è un limite alle insinuazioni, alle accuse strumentali ed infondate, alla denigrazione che non entra nel merito ma fa il coro da stadio perché l’arbitro è sempre un cornuto e perché gli avversari sono sempre non sportivi o scorretti.
Faccio io delle domande. Magari trovo risposte diverse dalle mie. Quando si sono tenute le elezioni ad Abbiategrasso?
L’11 e il 25 giugno 2017.
Ammesso che il dubbio che io ho sollevato, non pubblicamente ma in un
incontro riservato con la Segretaria Comunale, relativo alla
ineleggibilità (ai sensi dell’art. 60, comma 1, numero 11) sia
fondato, entro quando avrebbe dovuto dare le dimissioni Cesare Nai dalla Fondazione per Leggere?
Entro il 12 maggio 2017.
Quando è stata data comunicazione alla Camera di Commercio della
cessazione di Cesare Nai da tutte le cariche in Fondazione? Il 29 giugno 2017, 4 giorni dopo il ballottaggio, con effetto dal 23 giugno 2017 (due giorni prima del ballottaggio).
A parte alcuni articoli di stampa seguenti al 1° maggio 2017, giorno
del primo confronto tra candidati che si è tenuto in Cooperativa
Rinascita, in cui Nai dichiarò che a breve si sarebbe dimesso dalla
Fondazione, credo che nessuno dei candidati sindaco (almeno non io)
abbia ricevuto una comunicazione ufficiale delle dimissioni da parte
di Cesare Nai, quindi nessuno dei candidati, me compreso, era nelle
condizioni di poter affermare che Nai non si fosse dimesso prima del
12 maggio 2017. Quindi come avrei potuto estrarre dal cilindro il coniglio della supposta ineleggibilità di Nai in campagna elettorale?
Ma facciamo anche l’ipotesi che la notizia delle dimissioni di Nai
oltre i termini previsti dalla legge fosse stata di dominio pubblico.
Come sarebbe stata stigmatizzata la mia (o di chiunque altro)
obiezione circa la supposta ineleggibilità di Nai? Non sarebbe stato,
questo si, in assenza di certezze (perchè ricordo a tutti che io ho
sollevato un dubbio e non ho affermato di avere certezze in merito) un colpo basso e scorretto nei confronti di Nai? Che magari avrebbe portato voti in più, ma che avrebbero potuto essere non meritati qualora il mio dubbio si fosse rivelato infondato?
Se nel confronto finale in piazza organizzato da Ordine e Libertà prima
del ballottaggio io avessi detto “forse Nai è ineleggibile”, come
sarebbe stata considerata quella mossa da chi oggi mi critica, mi
denigra o mi invita al silenzio? Attendo davvero le vostre risposte.
Ma vorrei tornare ancora per un momento al mio colloquio con la
Segretaria Comunale, la quale potrà confermare tutto.
Io mi sono recato da lei in forma riservata per segnalare quello che
avevo appreso solo dopo le elezioni. Ovvero che Cesare Nai si era
dimesso il 1° giugno, quindi dopo il 12 maggio, quindi dopo il termine previsto dalla legge. E per segnalarle quindi i miei dubbi sulla eleggibilità. Alla luce della mia segnalazione, per fugare ogni dubbio, la Segretaria Comunale (vertice amministrativo del Comune) ha
ritenuto di inviare un quesito al Prefetto di Milano. Ed il Prefetto di Milano ha ritenuto di inviare lo stesso quesito al Ministero dell’Interno.
Domando a tutti coloro che si stanno stracciando le vesti, che ieri
sera hanno urlato allo scandalo perché mi sono permesso di sollevare
la questione, che hanno inveito usando lo stesso refrain “Finiguerra
non accetta l’esito delle elezioni”: dovevo forse stare zitto? Dovevo forse fare finta di niente? Dovevo soprassedere rispetto ad un dubbio per il quale la stessa Segretaria Comunale ha ritenuto opportuno un approfondimento con il Prefetto ed il Prefetto con il Ministero?
E’ questo il tipo di comportamento che vi aspettate da chi siede in
consiglio comunale in rappresentanza dei cittadini? Volete il silenzio
compiacente? Volete che si chiuda un occhio? E se si, perché?
E poi mi dovete spiegare per quale motivo un consigliere comunale che
viene chiamato a votare una delibera in cui si dice che non ci sono
motivi di ineleggibilità, se ha un dubbio, non può sollevarlo nella
sede preposta (perché la convalida degli eletti si fa dopo le
elezioni) e perché deve assumersi la responsabilità di votare con il
dubbio di avvallare una situazione che potrebbe essere viziata.
Faccio notare infine che oltre a Cambiamo Abbiategrasso-ABC, anche il PD e Ricominciamo Insieme di Tarantola hanno espresso un voto di astensione sulla convalida degli eletti. Anche loro non riconoscono il risultato elettorale? O più semplicemente hanno gli stessi dubbi?
Domenico Finiguerra