CASOREZZO – Abbiamo un sospetto sulla potenziale reazione del Vicequestore Rocco Schiavone, il personaggio letterario scaturito dalla penna di Antonio Manzini e reso ancor più celebre dall’ottima interpretazione di Marco Giallini nella trasposizione televisiva, di fronte all’ultima battaglia attorno alla cava di Casorezzo.
Sono infatti i Verdi della Città Metropolitana di Milano (con un comunicato ricco di.. refusi) a denunciare “l’ennesima strumentalizzazione politica che riguarda la Cava di Casorezzo. Come e’ noto, sono in corso I lavori che dovrebbero permettere di aprire una discarica sul sito, nel bel mezzo del Parco del Roccolo. Le ruspe sono gia’ entrate in azione disboscando il terreno dalla vegetazione, purtroppo”, scrivono in una nota.
Il colpo di teatro arriva poco dopo: I Verdi plaudono all’iniziativa del Sindaco Colombo di Canegrate, capofila del Parco del Roccolo, che ha chiesto di riesaminare l’istanza in quanto il sito e’ habitat del cervo volante (specie di interesse comunitario).
Da ignoranti in tema di animalismo, non sapevamo che il cervo volante è un insetto e non un quadrupede. E’ molto diffuso (non è specie in via d’estinzione), non è dannoso ed anzi arreca dei benefici all’habitat.
“Anche il Sindaco Cucchi di Parabiago, in veste di consigliere metropolitano, sollecita l’amministrazione metropolitan (scrivono così, nda)di attivarsi in merito alla presenza del cervo volante nel sito di Casorezzo. Non discutiamo la legittimita’ dell’interrogazione del Sindaco Cucchi, ma sarebbe anche utile che convincesse I suoi colleghi di partito in regione, a redarre una legge regionale sui parchi che non permettano tali scampi (è scritto così, nda bis, e comunque gli scampi di Mazara sono ottimi). I Verdi saranno sempre al finaco (scritto così’, ter nda) dei cittadini, dei comitati e delle associazioni che lottano contro la discarica”.
Apprezzabile, ma sarebbe bene che i Verdi fossero anche e sempre al fianco della lingua italiana. E comunque, sulla reazione di Rocco Schiavone a cotanta roboante n notizia, abbiamo davvero più d’un sospetto (e speriamo meno refusi).
F.P.