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MAGENTA BOFFALORA – Il comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio ha provato, a stretto giro di posta, una doppia, dura e piccata replica dell’ex sindaco di Boffalora e consigliere regionale Curzio Trezzani e dell’assessore al Bilancio Paolo Porta. Entrambi leghisti, entrambi assai contrariati da quanto accaduto di recente.
Curzio Trezzani, sulla sua pagnina Facebook, depone il fioretto e sotterra il machete.
“Oggi (ieri, nda) mi sento di intervenire sulla questione #ASM, dato che leggo sui social e sui giornali dichiarazioni e ricostruzioni un po’ fantasiose.
Innanzitutto, permettetemi di dire che ASM gode di ottima salute; sono stato sindaco di #Boffalora, secondo comune azionista dopo #Magenta, dal 2009 al 2018 e in questi anni insieme al consiglio di amministrazione e ai dipendenti, abbiamo gestito e migliorato ASM in un vero spirito di collaborazione tra comuni soci e azienda. Ci sono stati problemi? Certo, come in tutte le aziende, ma si è sempre cercato di risolverli collaborando.
Oggi la situazione è molto diversa; il nuovo presidente non è stata in grado di fare sintesi, di collaborare, di rispettare il ruolo che le ha dato l’assemblea dei soci, di agire tenendo in mente che ASM è l’azienda dei nostri comuni e quindi è necessario discutere, collaborare e confrontarsi con i sindaci, soprattutto quelli che detengono le quote maggiori e che danno maggiori servizi all’azienda.
Non prendiamoci in giro, se un comune ha lo 0,27% delle quote (Corbetta) non può avere lo stesso peso decisionale di un comune, come Magenta, che ha il 61,9% della proprietà dell’azienda, perché non ha investito, non ha creduto nell’azienda come altri comuni.
E non vale nemmeno il discorso “darò più servizi quando costeranno di meno, per il bene dei miei cittadini”, perché più servizi si conferiscono, più si lavora proattivamente con l’azienda, meno i servizi costeranno per tutti. Certo, se lo scopo è solamente di mettere la bandierina politica sul nome del presidente, allora è tutta un’altra questione.
Ho anche letto che alcuni consiglieri si sono dimessi perché la presidente non ha voluto aumentare lo stipendio all’amministratore delegato. Spero che nessuno creda seriamente a questa stupidaggine: davvero qualcuno può credere che la dott.ssa Cuciniello si sia dimessa perché la presidente non ha voluto aumentare lo stipendio all’amministratore delegato, l’avv. Colombo? Cioè, io mi dimetto perché non aumenti lo stipendio a un altro?
No, la questione è molto più semplice, la presidente non è riuscita a lavorare né con il consiglio di amministrazione né con i comuni e adesso accampa scuse tipo “volevano più soldi”, quando si sa che non è per nulla quella la questione. Se fosse una persona che ha a cuore l’azienda, dopo questo disastro, dopo la dimissione dei tre quinti del consiglio di amministrazione, si sarebbe semplicemente dimessa. Invece si tiene cara la sedia e si fa aiutare da mister 0,27%.
Nessun comune ha mai fatto questioni squisitamente politiche per le cariche aziendali, si è sempre cercata innanzitutto la competenza, pare invece che i metodi “da prima repubblica” che mister 0,27% imputa ad alcuni comuni soci, trovino la massima espressione proprio lì, in quella piccola percentuale di quote.
Spero che la politica, quella vera, che lavora per il bene del territorio, trovi presto una soluzione che possa far tornare a lavorare ASM per i comuni e non per la politica fine a se stessa”.
Condividendo il post di Trezzani, aggiunge un carico da 90 alle pesanti critiche anche Paolo Porta.
“Se noi siamo da Prima Repubblica, Ballarini è il Santos Banderas della Tierra Firme! Che inizi a documentare ciò che afferma, perché non pubblica i verbali del C.d.A. di ASM? Il punto 2 della delibera 39 del 30/07/2020 del C.d.A. di ASM che stabilisce i poteri del presidente è chiarissimo:
“Di prendere atto che le attribuzioni al Presidente indicate nei precedenti punti sono comunque da intendersi prive di qualsiasi delega gestionale ed esecutiva e sono finalizzate unicamente allo svolgimento dell’attività di impulso, raccordo e coordinamento”.
Il Collegio Sindacale giovedì 28/01/2021 ha convocato i Soci proprio per questo, per dire che il presidente non rispetta il ruolo che gli ha assegnato l’Assemblea dei Soci e così facendo rallenta tutta la gestione.
La questione compensi: i soci hanno deliberato che il costo massimo del C.d.A. non può superare 32.500 euro. Quindi, iniziamo a chiare che si sta parlando di aumento di compenso, ma di REDISTRIBUZIONE dei compensi tra gli amministratori in base ai ruoli e alle rispettive responsabilità, problema sollevato anche dal Collegio Sindacale.
Vi sembra normale che l’Amministratore delegato che si assume tutte le responsabilità, come ad esempio firmare ordini di pagamento per diverse decine di migliaia di euro percepisca un compenso di 7.000 euro all’anno?”.
Boffalora, insomma, si pone palesemente e nettamente in dissenso rispetto alla ‘linea Ballarini’. E conta di non fermarsi qui.
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