Bimba morta in piscina a Inzago: otto indagati

Aveva 11 anni

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Salgono ad otto le persone indagate per omicidio colposo dalla Procura di Milano nell’indagine sulla morte della bambina di 11 anni che, lo scorso 17 giugno, durante una gita con altri 200 ragazzini, organizzata dal centro estivo dell’oratorio di Caravaggio, comune della Bergamasca dove viveva, si era sentita male mentre giocava in una delle piscine del parco acquatico Aquaneva di Inzago, nel Milanese.

Il pm Alessandra Cerreti, titolare del fascicolo, ha iscritto nel registro degli indagati anche i vertici e i responsabili per la sicurezza della struttura, che si aggiungono, tra gli altri, al sacerdote che accompagnava i minorenni e al bagnino, la cui posizione, però, è stata trasmessa alla Procura per i minori, in quanto non ha ancora 18 anni.

L’indagine sulla tragedia punta, da un lato, ad accertare se la struttura abbia adottato e applicato le norme per la salvaguardia dell’incolumità degli ospiti e, dall’altro, a far luce sul regolamento del Crest (centro ricreativo estivo), accendendo un faro sul “sistema” e sull’organizzazione più in generale di questi centri. Incidenti mortali analoghi, infatti, si sono verificati anche nelle ultime settimane durante campi estivi: si va dal bimbo precipitato in un pozzo in Sicilia alla bimba annegata in una piscina in Liguria.

Il pubblico ministero, che nelle scorse settimane ha interrogato il parroco e sentito come testimoni i genitori della undicenne, ha acquisito anche corposa documentazione, ritenuta fondamentale per ricostruire la catena delle responsabilità.

Sono molteplici i nodi da sciogliere: ci si interroga se sia possibile che 200 bambini siano stati accompagnati solo da due adulti, in quanto il giorno della tragedia, oltre al sacerdote, c’era un volontario della Caritas, anche lui indagato. E’ vero che erano presenti 25 animatori, ma nessuno di loro era maggiorenne – avevano dai 13 ai 17 anni – e, peraltro, avevano il compito non di sorvegliare bensì di intrattenere i ragazzini.

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