Milano, il filosofo Leonardo Caffo condannato a 4 anni per lesioni all’ex compagna

Provvisionale da 45mila euro

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Il Tribunale di Milano ha condannato ieri a 4 anni il filosofo Leonardo Caffo per maltrattamenti e lesioni sulla ex compagna.

È la sentenza letta nell’aula della quinta sezione penale dal collegio dei giudici Clemente-Natale-Bianchi che ha condannato l’intellettuale 36enne per le “inaudite violenze” nei confronti della palermitana, oggi 31enne, e le “offese raccapriccianti e umilianti” rivolte alla donna fino a “far perdere alla vittima la propria dignità”, invitandola in più occasioni a uccidersi per non essere riuscita “a fare nulla nella vita”. A ottobre la pm Milda Milli – oggi sostituita in aula dal pm Giovanni Tarzia – aveva chiesto di condannare Caffo a 4 anni e mezzo di reclusione. Ad agosto 2022 la gip Ileana Ramundo aveva disposto nei suoi confronti l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla ragazza che nel processo si è costituita parte civile con l’avvocata Elena Cinzia Tamayer.

I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 45mila euro e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Hanno poi escluso due aggravanti tra quelle contestate e depositeranno le loro motivazioni in 90 giorni I presunti maltrattamenti, al centro del processo con rito immediato che ha preso il via il 20 dicembre 2022, sarebbero cominciati nell’estate 2019 e sarebbero andati avanti fino all’estate del 2022, quando la giovane donna, ai tempi non ancora trentenne, decise di lasciarlo e di sporgere denuncia. Nel capo di imputazione sono riportati molti episodi di minacce, insulti – anche nei confronti dei famigliari di lei – e violenze verbali e fisiche. Tra questi un litigio, che sarebbe avvenuto il 17 agosto 2020 a Catania, dove la coppia si trovava per le vacanze: lui, secondo la ricostruzione dell’accusa, le avrebbe afferrato “violentemente la mano destra contorcendogliela” e provocandole una frattura “scomposta” con “accorciamento del dito” e che nell’immediatezza era stata addebitata a una caduta sotto la doccia.

Per i periti nominati dal collegio della quinta sezione penale la malattia è “perdurata per un periodo di tempo superiore ai 40 giorni”, mentre non sono stati rilevati danni permanenti “sulla capacità prensile” della mano. I difensori del filosofo e intellettuale, ora 36enne, durante la loro arringa hanno ammesso che la relazione tra i due era diventata conflittuale ma hanno negato le violenze e le aggressioni denunciate dalla ex.

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