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Regionali, parola a Silvia Scurati: ‘Ancora insieme per la Lombardia’

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Silvia Scurati è nuovamente candidata al Consiglio regionale della Lombardia nella lista della Lega. Classe 1978, leghista da sempre, laureata in Scienze della Comunicazione, vanta una lunga esperienza politico-amministrativa partita da Bareggio, dove è stata segretario di sezione, vicesindaco e capogruppo della Lega in Consiglio comunale. Poi vicesindaco a Corsico e, negli ultimi cinque anni, consigliere regionale con il 100% di presenze in aula e membro della IV Commissione permanente – Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione, della V Commissione permanente – Territorio e infrastrutture e della V Commissione permanente – Territorio e infrastrutture.

Qual è il bilancio del suo primo mandato tra i banchi del Consiglio regionale?

Certamente positivo, in quanto ho portato avanti diverse proposte di legge regionale e istanze su temi che mi stanno a cuore.  Sono stata prima firmataria della legge che istituisce il registro per le comunicazioni tra genitori separati, della legge per la tutela e il potenziamento del Parco Agricolo Sud Milano, della mozione per agevolare i permessi lavorativi per pazienti oncologici, della mozione per interventi a favore delle persone affette da malattie genetiche e di diversi Ordini del Giorno per stanziare risorse ai Comuni del territorio per progetti specifici. Inoltre, ho proposto misure di sostegno alle donne a favore della conciliazione famiglia-lavoro e della tutela della maternità e ho portato in Regione le istanze dei lavoratori di numerose aziende in crisi.

 

Perché ha deciso di ricandidarsi?

Innanzitutto ringrazio il mio partito che mi ha offerto nuovamente questa possibilità. Mi ricandido perché grazie al buongoverno del Presidente Attilio Fontana la Lombardia si è confermata locomotiva d’Italia, ma ci sono ancora tante sfide da affrontare e da vincere insieme. Mi ricandido per una Lombardia virtuosa, sicura, dinamica, in grado di dare servizi e di guardare al futuro. Per una Lombardia autonoma che tutela i diritti delle famiglie lombarde. Per una Lombardia che sia la casa dei più fragili, delle imprese, degli artigiani, dei commercianti, del mondo agricolo e del volontariato.  Per una Lombardia che punta sul potenziamento della sanità territoriale. Per una Lombardia che investe nelle infrastrutture, nella mobilità ferroviaria e nei progetti di espansione delle linee della metropolitana.

 

A proposito di metropolitana, nel Magentino se ne parla da anni. Può essere la volta buona?

Sicuramente è una partita non facile poiché le variabili e gli attori in campo sono molti. In questo mandato, comunque, grazie anche a un emendamento presentato dalla sottoscritta, il tema è tornato d’attualità e sono state messe sul tavolo delle proposte di tracciato. Occorre fare rete con tutte le Amministrazioni comunali coinvolte e gli Enti coinvolti, tra cui Regione e Stato, per concretizzare un obiettivo che giustamente i cittadini chiedono da decenni.

Perché un cittadino dovrebbe votarla?

Perché è importante che un territorio abbia un punto di riferimento in Regione, che conosce le necessità e le problematiche più urgenti. Posso dire senza timore di essere smentita che in questi cinque anni, anche grazie ad alcuni Ordini del Giorno di cui sono stata prima firmataria, nell’Ovest Milano sono arrivati fondi regionali come mai prima d’ora per dare risposte concrete a necessità specifiche.

Chi vincerà le elezioni regionali?

Sicuramente Attilio Fontana sostenuto da tutto il centrodestra unito. Nonostante la pandemia e la crisi geopolitica in corso, ha portato a termine importanti progetti in tutti i settori e, come dimostrano i sondaggi che lo danno in netto vantaggio, i lombardi l’hanno capito.

 

Cosa pensa dei suoi avversari?

Majorino rappresenta quella sinistra radical-chic che non piace all’elettorato moderato e che sta già facendo danni a Milano con Sala. Milano è ormai una città allo sbando dal punto di vista della sicurezza, facilmente accessibile da clandestini e malviventi ma inaccessibile da parte dei pendolari dell’hinterland che vi si devono recare per lavorare. La sinistra di Sala e Majorino sta trasformando Milano nell’inferno degli automobilisti. Dopo Area B e l’aumento del ticket di ATM ora arriva la stangata in Area C con aumenti fino a 70 euro per i bus turistici. Per non fare entrare gli automobilisti a Milano mancano solo le tagliole e le transenne: una giungla di limitazioni, sanzioni, multe, autovelox, tariffe e telecamere che intralciano chi usa l’auto per lavoro. Milano e la Lombardia devono poter continuare a lavorare serenamente senza impedimenti dettati dalle follie ecologiste.

 

E Letizia Moratti?

Moratti non è credibile: fino a ieri è stata vicepresidente della Regione sposando tutte le scelte fatte e ora, solo perché non è stata candidata presidente, prende le distanze e critica quelle stesse scelte che ha sostenuto.

 

Tra i temi su cui l’opposizione sta battendo maggiormente c’è la sanità. Qual è il suo pensiero?

Lascio parlare i numeri: ogni anno circa 200.000 persone vengono da altre Regioni a curarsi in Lombardia. Se la sanità lombarda fosse così disastrata come sostiene l’opposizione, questo certamente non avverrebbe. Ricordo anche gli investimenti della Giunta Fontana per l’abbattimento delle liste d’attesa. Singolare, poi, che tra coloro che strumentalizzano questo tema ci sia anche colei (Moratti, ndr) che fino a ieri aveva la delega proprio alla sanità!

 

Nel programma elettorale del centrodestra c’è anche la continuazione del percorso verso l’autonomia: perché è importante per la Lombardia?

Il messaggio che trapela anche dalla bozza del testo per l’Autonomia della Lombardia presentato dal Ministro Calderoli è ben chiaro. L’autonomia non conviene solo alla Lombardia ma a tutte le Regioni perché andrà a vantaggio di tutti coloro, da Nord a Sud, che sanno realmente amministrare.

Chi non la vuole a prescindere, dimostra solo che non ha alcuna intenzione di mettersi in gioco oppure fa solo un gioco politico di ostruzionismo, senza rendersi conto che fa solo il male dei propri concittadini. E’ una riforma attesa da tempo, troppo tempo, non solo alla luce del quesito referendario del 2017 ma anche perché la Costituzione stessa la prevede dal 2001. A questo aggiungiamo che la Lombardia vuole continuare a fare bene risparmiando, anche in considerazione, numeri alla mano, che allo Stato ogni lombardo costa 2.300 euro all’anno, contro i 3.500 della media nazionale. A parità di servizi il dato di fatto è che si spende meno e meglio. Principio che dovrebbero attuare anche il resto delle Regioni d’Italia. L’autonomia deve servire infatti perché le risorse migliorino i servizi ai cittadini. L’obiettivo finale è la risposta che si dà ai cittadini. Gli steccati ideologici di qualche governatore del Sud dimostrano solo la paura di dover gestire in modo più autonomo competenze e risorse.

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